VA2011

Trou des Romains

Cavités artificielles reliés
Regione
VALLE D'AOSTA
Provincia
AO
Comune
COURMAYEUR
Montagne
DE LA SAXE
Vallée
SAPIN
Lithologie de l'entrée
Dimensions
Développement réel
1794
Développement plan
1456
Extension
173
Dénivelé positif
7
Dénivelé négatif
66
Dénivelé total
73
Position de l'entrée
Latitude
45°48'36.5'' N
Longitude
6°59'43.6'' E
Type des coordonnées
Geografiche WGS84
Type original des coordonnées
Geografiche WGS84
Hauteur
1725
Position vérifiée de
Mauro Consolandi
Date de derniere vérification
23/08/2018 00:00:00
Description
La descrizione e l'evoluzione genetica e morfologica dei condotti, delle gallerie e dei pozzi del Trou des Romains non è impresa facile a causa delle estese e pesanti azioni antropiche che lo hanno interessato fin da tempi molto remoti e del diffuso metamorfismo che caratterizza ampie zone delle rocce incassanti. Infatti, solamente in poche aree, nel "cuore stesso" del complesso, abbiamo osservato estese mineralizzazioni a
noduli in condotti appena percorribili, entro i quali confluiscono altri canali non esplorabili, per le ridottissime dimensioni, ma sempre butterati di noduli (cap. n e m). Per questo, riteniamo che in origine il Trou potesse essere un complesso di condotti carsici, tra di loro paralleli e sovrapposti, già naturalmente comunicanti tra di loro in più punti ed accessibili dall'attuale ingresso. Una conferma di quanto affermato si ottiene visitando la "galleria di ribasso" che, fatta eseguire dal "permissionario", si apre tra Chapy e La Trappe. Al fondo di questa che misura circa 3 O m, si raggiungono i condotti alla base dell'affioramento dove è possibile osservarne la morfologia freatica; il diametro è di poco inferiore al metro ed è completamente ostruita da detriti minuti dai quali scaturisce una tenue vena d'acqua utilizzata come acquedotto a La Trappe. La prossimità di questi condotti ad una delle più importanti faglie della regione può aver determinato, infatti, fasci di fratture parallele alla stessa, lungo le quali devono poi aver lavorato intensamente le acque provenienti dall'ampio bacino delimitato dai valloni meridionali del Mont de la Saxe e da quelli occidentali del Col du Sapin. Questa tuttavia è solamente la più speleologica delle varie ipotesi che si possono formulare, potendone enunciare altre che contemplano la corrosione chimica per sviluppo di acidi o rapidi raffreddamenti verificatisi nel processo metamorfico delle rocce.
L'uomo ed il tempo hanno poi fatto il resto, il primo, asportando il minerale lungo le direttrici su cui si espandono le lenti di rocce mineralizzate, il secondo, rinaturalizzando aree certamente antropizzate. Le mineralizzazioni presenti sono molteplici (dalla baritina allo zolfo, dalla galena allo ialofane, ecc) mentre sono quasi completamente assenti le concrezioni calcaree, limitate a circoscritte incrostazioni. L'orientamento dei condotti si sviluppa da SW a NE con inclinazione prevalente attorno ai 3 5°i i piani di scistosità, dove sono osservabili, sono perpendicolari alla direzione dei condotti (con quasi identica inclinazione) e, su tali piani, si sviluppano ulteriori cunicoli che determinano l'andamento "labirintico" del Trou des Romains. Ouesta particolarità, ampiamente descritta dal de Robilant nel 1784, si adatta solamente ad una parte (molto prossima all 'attuale ingresso) e neppure molto estesa dell'intero complesso. L'attuale fondo, all'estremità est della cavità, si sviluppa invece in una galleria ampia, di chiara origine mineraria, per niente labirintica.
Dall'ingresso (cap. 1) si penetra, in direzione NW, nella galleria superiore, ampia ed alta verso NE dove gli interventi minerari sono evidenti almeno fino al cap. B. In realtà, superiormente, si possono ipotizzare ancora due condotti paralleli, in parte arrampicabili ed interrotti da frane. A monte del cap. B la frattura sembra naturale fino al fondo chiuso da una frana con massi di notevole dimensione. Il tratto tra i cap. B e
C può essere annoverato tra quelli in cui il naturale e l'artificiale si confondono e s'intersecano. Certamente naturale è invece il tratto prevalentemente verticale (indispensabile l'armo del pozzo finale) che, senza l'ostacolo rappresentato da una frana, raggiungerebbe il condotto di base in prossimità del cap. F. Verso SW (cap. da G a D) la galleria ha la volta e la parete a monte priva di segni di lavorazione, mentre,
specialmente sul pavimento, la posa di alcune travi denota sicure modificazioni alla conformazione naturale.
Da D ad I i lavori di miniera sono stati vistosissimi, creando un'ampia galleria che taglia sia a destra che a sinistra i condotti originari. Verso sinistra, i lavori hanno interessato i condotti ascendenti con la formazione di una galleria, sottostante a quella d'ingresso, che raggiunge l'estremità NE della cavità, risultando in collegamento con quella superiore in diversi punti, a conferma della descrizione fatta dal de Robilant. In
tutto il tratto finora descritto c'è da sottolineare la quasi completa assenza di detriti. Verso destra invece i condotti (tutti discendenti) hanno dimensioni più modeste ove, in molti tratti, si è costretti a strisciare in mezzo alla gran massa di detriti che vi sono stati scaricati e che è causa di alcune ostruzioni. Hanno questa morfologia i cunicoli che si diramano dal cap. A2B e che raggiungono l'estremità occidentale del complesso.
Il fondo di tali cunicoli è chiuso da terriccio e detriti fini e, nelle esplorazioni del 2001, su tale fondo venne rilevata una forte corrente d'aria e l'unico torrentello della cavità: un rivolo con portata di pochi litri al minuto che s'insinuava tra i detriti.
Nel 2008, tale area era occlusa da una frana terrosa tanto compatta da interrompere anche il flusso d'aria. Non si è avuto il tempo di andare a
verificare se questa abbia anche determinato delle variazioni alla portata dell'acquedotto di La Trappe. Quasi al fondo della galleria mineraria centrale, sulla destra, un tortuoso passaggio in frana permette di accedere verso le parti a più bassa quota.
Nel primo tratto, naturale ed antropico si sovrappongono. Poi, mano mano che si procede, l'opera umana prende il sopravvento, finché si sfocia, poco a monte del cap. G, nella galleria di base, chiaramente artificiale e che doveva sbucare all'esterno, in corrispondenza dell'ingresso della miniera, circa 60 metri più in basso dell'ingresso naturale. La galleria taglia numerosi camini che s'insinuano verso l'alto e la cui esplorazione potrebbe ancora offrire sorprese. A metà circa di questa galleria, sono state scoperte alcune incisioni, tra le quali una data: "1554" tracciata con la grafia dell'epoca. (tratto da: Panta Rei - Antologia 2001-2014)
Itinéraire
Dal piazzale di Courmayeur, fino a Villar, su strada asfaltata, poi su sterrato fino ad uno slargo, a fianco del torrente Sapin, ove si parcheggiano le auto. Dallo slargo, una strada interpoderale, chiusa da una sbarra, risale a fianco del torrente fino a La Trappa e termina a Chapy. Un ben marcato sentiero, passando davanti ad un gruppetto di baite, volge verso NW e sale direttamente fino all'ingresso della cavità, che si apre su una stretta cengia, alla sommità dell'affioramento roccioso privo di vegetazione che strapiomba sulla valle. (tratto da: Panta Rei - Antologia 2001-2014)

Photo de l'entrée
Auteur photo
Renato Sella
Licence
CC BY 4.0
Auteur de la faune
Enrico Lana
Numero:2011;Nome:Trou des Romains;Regione:Valle d'Aosta;Provincia:AO;Comune:Courmayeur;Latitudine:344244;Longitudine:5074883;Datum:UTM WGS84;Convertite da:UTM ED50;Quota altimetrica (m.slm):1761;Sviluppo reale (m):1883;Dislivello positivo (m):7;Dislivello negativo (m):66;Dislivello totale (m):73;
Données de compilation
Recordinsert
03/06/2020
Mis à jour de
enricolana
Dernière modification
24/01/2021
Limite la modification du contenu à ces groupes
w_caves
Coordinate wgs84:


Fauna presente in questa grotta:


Kryptonesticus eremita (Simon, 1879)  Voir
Troglohyphantes lucifuga Simon, 1884  Voir

Bibliographie

1785Essai géographique suivi d'une topographie souterraine mineralogique et d'une docimasie des Etats de S. MDe Robilant N.Voir
1788Description particulière du Duchè d’Aoste, suivie d’un essai sur deux minières des anciens romains, et d’un supplément a la théorie des montagnes et des minesDe Robilant N.Voir
1964Secondo elenco catastale delle grotte del Piemonte e della Valle d'AostaDematteis G, Ribaldone GVoir
1966Aspetti antropici delle grotte del PiemonteCarla Dematteis LanzaVoir
1983Speleologia in Valle d'AostaCasale A, Di Maio MVoir
2001Panta Rei n. 2Sella RVoir
2001Panta Rei n. 1Sella RVoir
2009Panta Rei n. 32Sella R, Bellet R, Lana E, Tosone SVoir
2010Grotte n. 153AA. VV.Voir
2011Aracnidi sotterranei delle Alpi Occidentali italiane. (Arachnida: araneae, opiliones, palpigradi, pseudoscorpiones). Subterranean Arachnids of the Western Italian Alps (Arachnida: Araneae, Opiliones, Palpigradi, Pseudoscorpiones)Isaia M., Paschetta M., Lana E., Pantini P., Schönhofer A. L., Christian E., Badino G.Voir
2015Panta Rei - Antologia 2001-2014AA.VV.Voir
2018Panta Rei n. 69G PipinoVoir
2018Panta Rei n. 70G Pipino, R SellaVoir
2020Panta Rei n.78Renato SellaVoir
2020Panta Rei n. 79Renato SellaVoir
2021Fauna Hypogaea PedemontanaEnrico Lana, Pier Mauro Giachino, Achille CasaleVoir
2021Panta Rei n. 81A Pastorelli, E Lana, R SellaVoir
2023Panta Rei n. 89Sella RVoir

ctl_surveys

Grottes
VA2011

Rilievo 2018


Auteur
Mauro Consolandi
Topographes
Mauro Consolandi, Denise Trombin, Arianna Paschetto, Renato Sella, Enrico Lana
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY-SA 4.0

Grottes
VA2011

Rilievo 2008


Auteur
Renato Sella
Topographes
R. Bellet, L. Botta, G.D. Cella, E. Lana, S. Raimondi, R. Sella
Licence
CC BY-SA 4.0

Grottes
VA2011

Trou des romains - poligonale

Fichier kml
Trou_romaines.KML (1.4 Mb | 200 Download)
Date
2018-08-23
Auteur
Mauro Consolandi
Topographes
Mauro Consolandi, Renato Sella, Enrico Lana, Arianna Paschetto, Denise Trombin
Licence
CC BY-SA 4.0

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