PI121
Grotta inferiore del Caudano
Grottes reliés
Regione
PIEMONTE
Provincia
CN
Comune
FRABOSA SOTTANA
Zones d'intérêt spéléologique
Systèmes karstiques
Cavecomplexes
Dimensions
Développement réel
3200
Dénivelé total
35
Position de l'entrée
Latitude
4905128
Longitude
403514
Type des coordonnées
UTM WGS84 32T
Type original des coordonnées
UTM ED50
Hauteur
778
Position vérifiée de
Davide Barberis
Touristique
Oui
Fermée
Oui
Hydrologie
permanent issuing
Marche
ORIZZONTALE
Praticabilité interne
FACILE
Description
Il sistema si apre in un minuscolo banco di calcare dolomitico, esteso poco più di 1 km2, che poggia su un basamento impermeabile di quarziti.
Strutturalmente la grotta si articola con gallerie orizzontali sovrapposte che si intersecano in più punti, sviluppate lungo quattro piani.
Il ramo inferiore, attivo, è percorso da due torrenti alimentati dalle perdite dei rii Gavot e Serro; risalendo quello orientale, si raggiungono ampi ambienti assai graziosi, quale la Sala dei Cristalli. Il rilievo topogafico ci mostra che siamo oramai prossimi a una cava di marmo che si apre nel territorio di Frabosa Soprana. La visita di questo ramo è riservata a speleologi esperti, in quanto spesso è necessario procedere in acqua fredda immersi fino alla vita, mentre nelle zone finali ci aspettano brevi, ma delicate arrampicate.
Il “secondo piano”, molto ricco in concrezioni e cristallizzazioni, è stato illuminato e adattato a visite turistiche classiche.
Superato un robusto cancello, si discende brevemente una galleria con depositi ancora provenienti dall’esterno, quindi si procede in una galleria discretamente concrezionata, di alcuni metri di diametro. Nella stagione invernale questo tratto è battuto da una gelida corrente di aria fredda esterna, ed è facile trovare concrezioni di ghiaccio fino anche a un centinaio di metri.
Dopo un’ottantina di metri, uno sbarramento di calcite sembra quasi sbarrare la strada; lo si supera grazie ad alcuni scalini scavati nella viva roccia, oltrepassando poco oltre una strettoia allargata artificialmente.
Dopo circa 250 m arriviamo al punto chiave della grotta, la Sala da Pranzo. Un passaggio in basso porta ai torrenti attivi del primo piano; superati alcuni blocchi di frana è possibile proseguire lungo la galleria principale, ove un crollo ha determinato l’unione delle gallerie del secondo e del terzo piano.
Questo tratto, uno dei più spaziosi della grotta, era stato utilizzato quale campo base dell’operazione “700 ore sotto terra”; caratteristica di questo tratto è il soffitto orizzontale, inciso da meandri e cupolette ripiene di argilla. Poco dopo, la galleria si riduce di altezza ma si presenta ricchissima di concrezioni, anche eccentriche, e ciuffi cristallini. Un tempo, questi erano molto più abbondanti: ripetuti i saccheggi, ad opera dei soliti vandali.
La galleria termina su uno sbarramento di argilla ricoperta da una potente colata calcitica.
Ritornati alla Sala da Pranzo, una scaletta ci permette di salire al “terzo piano”; traversato carponi un aereo cornicione, si raggiungono ampi ambienti riccamente concrezionati, variamente collegati tra di loro. La varietà e la ricchezza delle concrezioni presenti è purtroppo mimetizzata dalla presenza nella calcite di argilla, che ne uniforma il colore.
Sulla destra, imperdibile è la visita alla Galleria delle Vasche. Si tratta di una galleria dalle pareti molto lisce, con il pavimento interessato dalla successione di grosse vasche alte fino a 120 cm; il soffitto è attraversato da un sinuoso canale di volta.
Un’arrampicatina e una strettoia allagata portano al quarto piano della grotta, piuttosto fangoso, il cui collegamento con l’esterno è stato murato. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Strutturalmente la grotta si articola con gallerie orizzontali sovrapposte che si intersecano in più punti, sviluppate lungo quattro piani.
Il ramo inferiore, attivo, è percorso da due torrenti alimentati dalle perdite dei rii Gavot e Serro; risalendo quello orientale, si raggiungono ampi ambienti assai graziosi, quale la Sala dei Cristalli. Il rilievo topogafico ci mostra che siamo oramai prossimi a una cava di marmo che si apre nel territorio di Frabosa Soprana. La visita di questo ramo è riservata a speleologi esperti, in quanto spesso è necessario procedere in acqua fredda immersi fino alla vita, mentre nelle zone finali ci aspettano brevi, ma delicate arrampicate.
Il “secondo piano”, molto ricco in concrezioni e cristallizzazioni, è stato illuminato e adattato a visite turistiche classiche.
Superato un robusto cancello, si discende brevemente una galleria con depositi ancora provenienti dall’esterno, quindi si procede in una galleria discretamente concrezionata, di alcuni metri di diametro. Nella stagione invernale questo tratto è battuto da una gelida corrente di aria fredda esterna, ed è facile trovare concrezioni di ghiaccio fino anche a un centinaio di metri.
Dopo un’ottantina di metri, uno sbarramento di calcite sembra quasi sbarrare la strada; lo si supera grazie ad alcuni scalini scavati nella viva roccia, oltrepassando poco oltre una strettoia allargata artificialmente.
Dopo circa 250 m arriviamo al punto chiave della grotta, la Sala da Pranzo. Un passaggio in basso porta ai torrenti attivi del primo piano; superati alcuni blocchi di frana è possibile proseguire lungo la galleria principale, ove un crollo ha determinato l’unione delle gallerie del secondo e del terzo piano.
Questo tratto, uno dei più spaziosi della grotta, era stato utilizzato quale campo base dell’operazione “700 ore sotto terra”; caratteristica di questo tratto è il soffitto orizzontale, inciso da meandri e cupolette ripiene di argilla. Poco dopo, la galleria si riduce di altezza ma si presenta ricchissima di concrezioni, anche eccentriche, e ciuffi cristallini. Un tempo, questi erano molto più abbondanti: ripetuti i saccheggi, ad opera dei soliti vandali.
La galleria termina su uno sbarramento di argilla ricoperta da una potente colata calcitica.
Ritornati alla Sala da Pranzo, una scaletta ci permette di salire al “terzo piano”; traversato carponi un aereo cornicione, si raggiungono ampi ambienti riccamente concrezionati, variamente collegati tra di loro. La varietà e la ricchezza delle concrezioni presenti è purtroppo mimetizzata dalla presenza nella calcite di argilla, che ne uniforma il colore.
Sulla destra, imperdibile è la visita alla Galleria delle Vasche. Si tratta di una galleria dalle pareti molto lisce, con il pavimento interessato dalla successione di grosse vasche alte fino a 120 cm; il soffitto è attraversato da un sinuoso canale di volta.
Un’arrampicatina e una strettoia allagata portano al quarto piano della grotta, piuttosto fangoso, il cui collegamento con l’esterno è stato murato. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinéraire
Si apre a breve distanza da Frabosa Sottana, lungo la strada per Artesina. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Histoire
Grotta fra le più note in Piemonte, per lungo tempo è stata anche la più lunga della regione e, per un breve periodo, anche dell’Italia (1912). Il nome deriva dal torrente che vi sfocia, denominato localmente “Caudan” (da caud = caldo), per il fatto che in inverno mantiene una temperatura più alta rispetto a quella esterna, senza mai ghiacciare.
La grotta, che ha 2 ingressi (due a catasto), è nota da tempo ai locali. L’ingresso principale è stato scoperto nel 1899, nel corso della costruzione dell’invaso che sfrutta le acque in uscita dall’ingresso inferiore, ora allagato. Per l’occasione, la grotta venne esplorata su 4 piani e quindi aperta al pubblico, ma con scarso successo.
Importanti esplorazioni vennero ancora condotte da speleologi torinesi negli anni ‘50 e ‘80, risalendo il ramo attivo fino a un sifone, che si riuscì poi anche ad aggirare. Nel corso delle esplorazioni condotte nel 1949 nelle regioni terminali venne rinvenuto il cadavere di un cinghiale precipitato vivo (le sue unghiate sulle pareti sono ancora visibili): da dove sia penetrato rimane tuttora un mistero.
Nel 1961 la grotta fu sede dell’operazione “700 ore sotto terra”, primo esperimento italiano di permanenza sotterranea umana in ambiente sotterraneo (un mese). Vi parteciparono anche animali domestici: galline, capre, conigli e perfino un vitello. Tra gli inviati RAI, figurava Emilio Fede. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
La grotta, che ha 2 ingressi (due a catasto), è nota da tempo ai locali. L’ingresso principale è stato scoperto nel 1899, nel corso della costruzione dell’invaso che sfrutta le acque in uscita dall’ingresso inferiore, ora allagato. Per l’occasione, la grotta venne esplorata su 4 piani e quindi aperta al pubblico, ma con scarso successo.
Importanti esplorazioni vennero ancora condotte da speleologi torinesi negli anni ‘50 e ‘80, risalendo il ramo attivo fino a un sifone, che si riuscì poi anche ad aggirare. Nel corso delle esplorazioni condotte nel 1949 nelle regioni terminali venne rinvenuto il cadavere di un cinghiale precipitato vivo (le sue unghiate sulle pareti sono ancora visibili): da dove sia penetrato rimane tuttora un mistero.
Nel 1961 la grotta fu sede dell’operazione “700 ore sotto terra”, primo esperimento italiano di permanenza sotterranea umana in ambiente sotterraneo (un mese). Vi parteciparono anche animali domestici: galline, capre, conigli e perfino un vitello. Tra gli inviati RAI, figurava Emilio Fede. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Auteur photo
Enrico Lana
Licence
CC BY-SA 4.0
Auteur de la faune
Enrico Lana
Données pré-importation
Numero:121;Nome:Grotta inferiore del Caudano;Regione:Piemonte;Provincia:CN;Comune:Frabosa Sottana;Area carsica:Vicoforte - Frabosa;Complesso carsico:Complesso del Caudano;Latitudine:403514;Longitudine:4905128;Datum:UTM WGS84;Convertite da:UTM ED50;Quota altimetrica (m.slm):778;Sviluppo reale (m):3200;Dislivello negativo (m):35;Dislivello totale (m):35;
Données de compilation
Recordinsert
03/06/2020
Mis à jour de
davide
Dernière modification
16/01/2023
Limite la modification du contenu à ces groupes
w_caves
Coordinate wgs84:
Fauna presente in questa grotta:
Amilenus aurantiacus (Simon, 1881) Voir
Duvalius carantii (Sella, 1874) Voir
Eukoenenia bonadonai Condé, 1979 Voir
Kryptonesticus eremita (Simon, 1879) Voir
Leptoneta crypticola Simon, 1907 Voir
Plectogona sanfilippoi (Manfredi, 1956) Voir
Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Voir
Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Voir
Scoliopteryx libatrix (Linnaeus, 1758) Voir
Troglohyphantes pluto Caporiacco,1938 Voir
Bibliographie
1913 | La Caverna del Caudano | Angelo Dho | Voir |
1914 | La Caverna del Caudano | Federico Sacco | Voir |
1934 | Le Alpi | Federico Sacco | Voir |
1937 | Un nuovo Troglohyphantes delle grotte piemontesi | Di Caporiacco L | Voir |
1946 | Alpinismo sotterraneo | Guido Muratore | Voir |
1950 | Il fenomeno carsico in Piemonte | Carlo Felice Capello | Voir |
1954 | Sullo stato attuale degli studi speleo-carsici in Piemonte | Capello CF | Voir |
1954 | Gruppo Speleologico Piemontese | Voir | |
1959 | Le più recenti spedizioni speleologiche in Piemonte | Giuseppe Dematteis | Voir |
1959 | Primo elenco catastale delle grotte del Piemonte e della Valle d'Aosta | Dematteis G | Voir |
1960 | Grotte n. 12 | AA. VV. | Voir |
1966 | Grotte n. 30 | AA. VV. | Voir |
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1975 | Il fenomeno carsico nel Cuneese | Guido Peano | Voir |
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1978 | Ipotesi sulla genesi dei soffitti orizzontali nella Grotta del Caudano (Cuneo) | Balbiano d'Aramengo C | Voir |
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1983 | Grotte n. 82 | AA. VV. | Voir |
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1986 | Sintesi delle conoscenze sui sistemi carsici delle Alpi Liguri | Balbiano d'Aramengo C. | Voir |
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2001 | Biospeleologia del Piemonte Atlante fotografico sistematico | Enrico Lana | Voir |
2002 | I Chirotteri del Piemonte e della Val d'Aosta. Bats of Piedmont and the Aosta Valley (NW Italy). | Roberto Sindaco, Nerio Baratti, Giovanni Boano | Voir |
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2005 | Schegge di luce. Racconti, storie, emozioni di 50 anni di Speleologia | AA.VV. | Voir |
2007 | Alpi Liguri e carsismo. Storie sotterranee | Elia E. | Voir |
2007 | Speleologia e Archeologia a confronto | Marica Venturino Gambari | Voir |
2009 | Piemonte Parchi n. 191 | AA.VV. | Voir |
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2011 | Aracnidi sotterranei delle Alpi Occidentali italiane. (Arachnida: araneae, opiliones, palpigradi, pseudoscorpiones). Subterranean Arachnids of the Western Italian Alps (Arachnida: Araneae, Opiliones, Palpigradi, Pseudoscorpiones) | Isaia M., Paschetta M., Lana E., Pantini P., Schönhofer A. L., Christian E., Badino G. | Voir |
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2014 | Differentiation among cave populations of the Eukoenenia spelaea species-complex (Arachnida: Palpigradi) in the southwestern Alps | Erhard Christian, Marco Isaia, Mauro Paschetta, Alexander Bruckner | Voir |
2017 | Dal mare al calcare | AA.VV. | Voir |
2018 | Grotte n. 167 | AA. VV. | Voir |
2019 | Note sulle specie ipogee del genere Eukoenenia in Piemonte: distribuzione, habitat, comportamento (Arachnida, Palpigradi: Eukoeneniidae) | Valentina Balestra, Enrico Lana, Achille Casale | Voir |
2021 | Fauna Hypogaea Pedemontana | Enrico Lana, Pier Mauro Giachino, Achille Casale | Voir |
2022 | Observations on the habitat and feeding behaviour of the hypogean genus Eukoenenia (Palpigradi, Eukoeneniidae) in the Western Italian Alps | Balestra Valentina, Lana Enrico, Vanin Stefano | Voir |
2023 | Le grotte ossifere sul versante italiano dell'arco alpino | Laureti L. | Voir |
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Grottes
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Grotte del Caudano - pianta e sezione
Auteur
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Topographes
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CC BY 4.0
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Grotta del Caudano inferiore - pianta e sezione - parziale nuove parti
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Grotta inferiore del Caudano - pianta e sezione - rilievo parziale nuove parti
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Grotta inferiore del Caudano - pianta e sezione - rilievo parziale nuove parti
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Grotta inferiore del Caudano - pianta e sezione - rilievo parziale nuove parti
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Caudano - Gallerie del Gavasso (1981-1983)
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Complesso delle grotte del Caudano - pianta
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scansione lucido originale GSP
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Complesso delle grotte del Caudano - sezione
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CC BY 4.0
Description
Tratto da "Le grotte del Piemonte" (1993)
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