PI621
Abisso John Belushi
Synonymes
ABISSO 6-C DELLE CARSENE
Grottes reliés
Regione
PIEMONTE
Provincia
CN
Comune
BRIGA ALTA
Localité
CONCA DELLE CARSENE
Vallée
PESIO
Zones d'intérêt spéléologique
Systèmes karstiques
Cavecomplexes
Dimensions
Développement réel
26658
Dénivelé positif
271
Dénivelé négatif
517
Dénivelé total
788
Position de l'entrée
Latitude
4893491
Longitude
392055
Type des coordonnées
UTM WGS84 32T
Type original des coordonnées
UTM ED50
Hauteur cartographique
1930
Évaluation des données
GPS Garmin
Position vérifiée de
Michelangelo Chesta
Date de derniere vérification
04/08/2008 00:00:00
Description
Individuata una prosecuzione sfuggita ai francesi, l'esplorazione procedette per gli strettissimi meandri e pozzi sino al grande ambiente di -350 m, Hotel California. Nel 2003, al termine di una grande campagna di disostruzione, lo stesso gruppo diede il via ad una nuova stagione esplorativa, tuttora in corso, con la scoperta delle grandi gallerie sub-orizzontali di -350 m.
La cavità si sviluppa con un'ininterrotta sequenza di brevi pozzi, con attacchi talvolta stretti, intervallati da corti meandri. A -112 m, verso destra, si continua in direzione dei vecchi fondi francesi, uno dei quali (quello di -135 m) è stato superato nei primi anni novanta, sino a -193 m, dove chiude.
A sinistra, uno sfondamento dà accesso ad un altro pozzetto. Alla base ci si inoltra nel meandro di destra, tralasciando il salto che si apre dalla parte opposta.
Il Pozzo della Lama, un P20 che si apre dopo un meandro di piccole dimensioni a circa -180 m, va lasciato prima del fondo, con un pendolo, all'altezza di una evidente lama rocciosa.
A -250 m, scendendo per circa 30 m il Pozzo dei 44 Gatti, con un facile pendolo si guadagna una finestra, attraverso cui, oltre due saltini, si giunge ad un primo lungo e stretto meandro (5 Carte) che spezza la sequenza verticale. Seguono ancora un paio di pozzi ed un altro meandro (Camadona), più breve e meno duro, poi, dopo l'ultimo salto, si apre una breve galleria con acqua corrente, che sfocia in un grande salone di frana, l'Hotel California. Scendendone il versante NE, si superano alcuni passaggi tra i massi, per poi infilare una diaclasi fangosa che, dopo un piccolo tratto di galleria con ruscelletto, termina su fessure impraticabili a -445 m (Ramo delle Frane). Seguendo invece la parete NW, si può imboccare il Ramo della Sabbia, che chiude su riempimento a -397 m. Nel 2003 il GSAM intraprende una risalita in Hotel California ed intercetta un nuovo, complesso ed estesissimo livello di gallerie, pozzi e forre. A sinistra si sviluppano quelle più facilmente accessibili, che per ora chiudono in ambienti di crollo (rami del Solitario, della Maschera di Ferro, del Sassolino nella Scarpa); dall'altro lato, invece, parte un
lungo e fastidioso laminatoio (Tutt'i Santi; mezz'ora di progressione), oltre cui però la grotta si apre.
Sulla destra la galleria risale, per poi sprofondare in una serie di verticali (P35, P82, P4) che conducono ad un fondo a -400 m. Non infilando la via di discesa, si guadagna dislivello sino ad una frana che non consente di proseguire. La zona comunque richiederebbe altre visite.
A sinistra, superato il bivacco, si arriva ad un bivio, la Sala da Pranzo; verso monte l'ampia Galleria della Banda, che retroverte ed il Ramo By-Pass Perduto, che porta questo nome perché, pur sfiorando Hotel California, non vi accede, a causa di una frana. A destra, invece, la splendida Via Lattea, che conduce ad un vasto P12 (a seguire la sequenza P35, Pl5, P10 chiuso al fondo) oltre cui, con un pendolo, si entra nella freatica, estesa e ben concrezionata Galleria dei Cristalli. È una sinusoide che ripetutamente prende e perde decine di metri dislivello; salite e discese a volte si trasformano in brevi verticali da attrezzare con la corda.
Seguono ancora gallerie, sino ad un tratto in cui alcune verticali colate stalagmitiche portano a -400 m, dove si percorre il letto di un fiume fossile. La direzione della grotta, che sin qui procedeva verso nord, muta bruscamente verso ovest, seguendo ciò che la tettonica impone anche al Cappa, 150 m più in basso (ramo E bun ca l'è). Sono queste le regioni di Più o Meno Infinito, ramificate ma che tendono a stringersi quasi tutte. Una via però riguadagna i metri di dislivello scesi poco prima, per affacciarsi su un'ampia forra, che sprofonda per alcune
decine di metri (chiude al fondo). Superandola con un lungo ed aereo traverso, si raggiunge lo stretto Meandro Maremma Maiala, continuazione della frattura da cui si proviene. Questa struttura prosegue per circa quaranta metri, sino ad un P20, dalla cui base si raggiunge, sulla parete di destra, un'evidentissima finestra, da cui partono le prosecuzioni esplorate nel 2008/2009.
Sempre dal meandro, un terrazzo porta su un altro salto chiuso al fondo (P40). Le vie nuove invece iniziano con la Via del Rame, costituita da un vasto dedalo di gallerie, ingombre di massi e con la consueta circolazione d'aria. Una di queste, chiamata Roba di Cappa, rimonta verso est, per più di 200 m, sino ad un pozzetto con aria soffiante, non ancora sceso. Nell'altra direzione invece, si continua seguendo il classico zig zag che il Sistema delle Carsene ripropone costantemente. Seguono un traverso ed una risalita di una quindicina di metri e quindi nuovamente il livello freatico. È in questa direzione che si muove tutta la notevole corrente d'aria della regione.
La galleria continua con notevoli dimensioni sino ad un'ulteriore biforcazione. Procedendo verso sinistra, si apre in una forra con asse SN. Scesi 7 m di salto, si giunge su un terrazzo da cui, verso nord, si può continuare lungo un modesto rivo ed una debole corrente d'aria fino ad una saletta, alla base della quale una strettoia bagnata, non ancora affrontata, rappresenta il limite delle esplorazioni di questo ramo. Scendendo dal terrazzo per altri 7 metri, si guadagna il piano, quindi la forra prosegue verso sud per sessanta metri circa, per poi stringere decisa.
Poco prima, un modesto approfondimento finisce su un sifone.
Una situazione simile si ripresenta imboccando la galleria di destra; dopo circa quaranta metri e un saltino, si apre un ambiente tettonico, in cui si perdono circa venti metri di dislivello. Una nuova forra conduce a sud su un sifone, mentre a nord continua ampia, con acqua ed aria decisa. Si prosegue continuando a scendere in questa struttura, la cui forte inclinazione però, richiede un attrezzamento.
Entrambe le strutture si allineano sotto la Forra di Avalon in Parsifal, ad esse ortogonale, che si sviluppa a 1800 m di quota, ovvero circa 300 m più in alto di queste lontane regioni del Belushi.
Tra le due forre, infine, ne parte anche una terza. Ad oggi sono questi gli interrogativi su cui si sono arrestate le esplorazioni del 2009.
La collocazione delle gallerie del fondo, nel contesto della geografia ipogea delle Carsene, ne rende evidente l'importanza: verso valle è già stato superato il limite raggiunto nel 1998 in Cappa e il Pis del Pesio dista, in linea d'aria, solo 300 m.
L'Abisso Cappa stato finalmente giuntato nel 2015. Parsifal, al contrario, riacquista particolare interesse, visto che, grazie alla sua posizione, potrebbe diventare la via più veloce per raggiungere le zone terminali del Belushi, che attualmente sono raggiungibili in 8-10 ore di passaggi scomodi e stretti, almeno nella prima parte.
L'ingresso deve essere chiuso durante l'inverno, altrimenti il fondo del primo pozzo si intasa di neve e ghiaccio.
Attenzione alle scariche di sassi all'attacco del primo pozzo. Nella zona delle gallerie l'acqua può essere rara. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
La cavità si sviluppa con un'ininterrotta sequenza di brevi pozzi, con attacchi talvolta stretti, intervallati da corti meandri. A -112 m, verso destra, si continua in direzione dei vecchi fondi francesi, uno dei quali (quello di -135 m) è stato superato nei primi anni novanta, sino a -193 m, dove chiude.
A sinistra, uno sfondamento dà accesso ad un altro pozzetto. Alla base ci si inoltra nel meandro di destra, tralasciando il salto che si apre dalla parte opposta.
Il Pozzo della Lama, un P20 che si apre dopo un meandro di piccole dimensioni a circa -180 m, va lasciato prima del fondo, con un pendolo, all'altezza di una evidente lama rocciosa.
A -250 m, scendendo per circa 30 m il Pozzo dei 44 Gatti, con un facile pendolo si guadagna una finestra, attraverso cui, oltre due saltini, si giunge ad un primo lungo e stretto meandro (5 Carte) che spezza la sequenza verticale. Seguono ancora un paio di pozzi ed un altro meandro (Camadona), più breve e meno duro, poi, dopo l'ultimo salto, si apre una breve galleria con acqua corrente, che sfocia in un grande salone di frana, l'Hotel California. Scendendone il versante NE, si superano alcuni passaggi tra i massi, per poi infilare una diaclasi fangosa che, dopo un piccolo tratto di galleria con ruscelletto, termina su fessure impraticabili a -445 m (Ramo delle Frane). Seguendo invece la parete NW, si può imboccare il Ramo della Sabbia, che chiude su riempimento a -397 m. Nel 2003 il GSAM intraprende una risalita in Hotel California ed intercetta un nuovo, complesso ed estesissimo livello di gallerie, pozzi e forre. A sinistra si sviluppano quelle più facilmente accessibili, che per ora chiudono in ambienti di crollo (rami del Solitario, della Maschera di Ferro, del Sassolino nella Scarpa); dall'altro lato, invece, parte un
lungo e fastidioso laminatoio (Tutt'i Santi; mezz'ora di progressione), oltre cui però la grotta si apre.
Sulla destra la galleria risale, per poi sprofondare in una serie di verticali (P35, P82, P4) che conducono ad un fondo a -400 m. Non infilando la via di discesa, si guadagna dislivello sino ad una frana che non consente di proseguire. La zona comunque richiederebbe altre visite.
A sinistra, superato il bivacco, si arriva ad un bivio, la Sala da Pranzo; verso monte l'ampia Galleria della Banda, che retroverte ed il Ramo By-Pass Perduto, che porta questo nome perché, pur sfiorando Hotel California, non vi accede, a causa di una frana. A destra, invece, la splendida Via Lattea, che conduce ad un vasto P12 (a seguire la sequenza P35, Pl5, P10 chiuso al fondo) oltre cui, con un pendolo, si entra nella freatica, estesa e ben concrezionata Galleria dei Cristalli. È una sinusoide che ripetutamente prende e perde decine di metri dislivello; salite e discese a volte si trasformano in brevi verticali da attrezzare con la corda.
Seguono ancora gallerie, sino ad un tratto in cui alcune verticali colate stalagmitiche portano a -400 m, dove si percorre il letto di un fiume fossile. La direzione della grotta, che sin qui procedeva verso nord, muta bruscamente verso ovest, seguendo ciò che la tettonica impone anche al Cappa, 150 m più in basso (ramo E bun ca l'è). Sono queste le regioni di Più o Meno Infinito, ramificate ma che tendono a stringersi quasi tutte. Una via però riguadagna i metri di dislivello scesi poco prima, per affacciarsi su un'ampia forra, che sprofonda per alcune
decine di metri (chiude al fondo). Superandola con un lungo ed aereo traverso, si raggiunge lo stretto Meandro Maremma Maiala, continuazione della frattura da cui si proviene. Questa struttura prosegue per circa quaranta metri, sino ad un P20, dalla cui base si raggiunge, sulla parete di destra, un'evidentissima finestra, da cui partono le prosecuzioni esplorate nel 2008/2009.
Sempre dal meandro, un terrazzo porta su un altro salto chiuso al fondo (P40). Le vie nuove invece iniziano con la Via del Rame, costituita da un vasto dedalo di gallerie, ingombre di massi e con la consueta circolazione d'aria. Una di queste, chiamata Roba di Cappa, rimonta verso est, per più di 200 m, sino ad un pozzetto con aria soffiante, non ancora sceso. Nell'altra direzione invece, si continua seguendo il classico zig zag che il Sistema delle Carsene ripropone costantemente. Seguono un traverso ed una risalita di una quindicina di metri e quindi nuovamente il livello freatico. È in questa direzione che si muove tutta la notevole corrente d'aria della regione.
La galleria continua con notevoli dimensioni sino ad un'ulteriore biforcazione. Procedendo verso sinistra, si apre in una forra con asse SN. Scesi 7 m di salto, si giunge su un terrazzo da cui, verso nord, si può continuare lungo un modesto rivo ed una debole corrente d'aria fino ad una saletta, alla base della quale una strettoia bagnata, non ancora affrontata, rappresenta il limite delle esplorazioni di questo ramo. Scendendo dal terrazzo per altri 7 metri, si guadagna il piano, quindi la forra prosegue verso sud per sessanta metri circa, per poi stringere decisa.
Poco prima, un modesto approfondimento finisce su un sifone.
Una situazione simile si ripresenta imboccando la galleria di destra; dopo circa quaranta metri e un saltino, si apre un ambiente tettonico, in cui si perdono circa venti metri di dislivello. Una nuova forra conduce a sud su un sifone, mentre a nord continua ampia, con acqua ed aria decisa. Si prosegue continuando a scendere in questa struttura, la cui forte inclinazione però, richiede un attrezzamento.
Entrambe le strutture si allineano sotto la Forra di Avalon in Parsifal, ad esse ortogonale, che si sviluppa a 1800 m di quota, ovvero circa 300 m più in alto di queste lontane regioni del Belushi.
Tra le due forre, infine, ne parte anche una terza. Ad oggi sono questi gli interrogativi su cui si sono arrestate le esplorazioni del 2009.
La collocazione delle gallerie del fondo, nel contesto della geografia ipogea delle Carsene, ne rende evidente l'importanza: verso valle è già stato superato il limite raggiunto nel 1998 in Cappa e il Pis del Pesio dista, in linea d'aria, solo 300 m.
L'Abisso Cappa stato finalmente giuntato nel 2015. Parsifal, al contrario, riacquista particolare interesse, visto che, grazie alla sua posizione, potrebbe diventare la via più veloce per raggiungere le zone terminali del Belushi, che attualmente sono raggiungibili in 8-10 ore di passaggi scomodi e stretti, almeno nella prima parte.
L'ingresso deve essere chiuso durante l'inverno, altrimenti il fondo del primo pozzo si intasa di neve e ghiaccio.
Attenzione alle scariche di sassi all'attacco del primo pozzo. Nella zona delle gallerie l'acqua può essere rara. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinéraire
L'ingresso è posto nella zona centrale della Conca delle Carsene, più a valle dell'arrivo del vallone del Cappa, presso una soglia rocciosa al fondo di un'ampia zona pseudo pianeggiante. Una dolina, per tre quarti erbosa con una paretina rocciosa, sprofonda sul primo pozzo. Un masso erratico semi triangolare può aiutare nell'individuazione dell'ingresso. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Histoire
L'abisso, esplorato fino a -123 m dal CMS in collaborazione con il GSP negli anni '70, ha conosciuto un'importante stagione esplorativa a cura del GSAM dal 1984 al 1988. Nel 2003, dopo importanti disostruzioni, si è riaperta l'esplorazione, tuttora in corso, con la scoperta delle grandi gallerie suborizzontali di -350 m. Solamente negli anni '10 del 2000 un folto gruppo di speleo misti di vari gruppi è riuscito a portare avanti importanti esplorazioni fino alla giunzione con il Cappa (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Auteur photo
Archivio GSAM
Licence
CC BY 4.0
Données pré-importation
Numero:621;Nome:Abisso 6-C delle Carsene;Altra denominazione:John Belushi;Regione:Piemonte;Provincia:CN;Comune:Briga Alta;Toponimo locale:Carsene;Area carsica:Carsene - Pian Ambrogi;Sistema carsico:Pis del Pesio;Complesso carsico:Complesso del Cappa;Latitudine:392053;Longitudine:4893495;Datum:UTM WGS84;Convertite da:UTM ED50;Quota altimetrica (m.slm):1928;Sviluppo reale (m):4893;Dislivello negativo (m):445;Dislivello totale (m):445;Note_:N.C.;
Données de compilation
Recordinsert
03/06/2020
Mis à jour de
michelangelochesta
Dernière modification
26/05/2023
Limite la modification du contenu à ces groupes
w_caves
Coordinate wgs84:
Bibliographie
1977 | Negli abissi della terra - Rischi e avventure dello speleologo | Michel Siffre | Voir |
1984 | Mondo Ipogeo n. 11 | AA.VV. | Voir |
1986 | Spéléo sportive au Marguareis | Alain Oddou - Jean-Paul Sounier | Voir |
1987 | Grotte, Barme ed Abissi | Manzone PL, Marro A, Bellone C, Morisi A, Rattalino E | Voir |
1988 | Mondo Ipogeo n. 12 | AA.VV. | Voir |
1994 | Mondo Ipogeo n. 14 | AA.VV. | Voir |
1995 | Atlante delle grotte e delle aree carsiche piemontesi | AA.VV. | Voir |
2000 | Mondo Ipogeo n. 15 | AA.VV. | Voir |
2000 | Grotte n. 134 | AA. VV. | Voir |
2000 | Libera n.4 | AA.VV. | Voir |
2003 | Libera n.10 | AA.VV. | Voir |
2005 | Mondo Ipogeo n. 16 | AA.VV. | Voir |
2005 | Lettre d'info du CDS 06 n. 2-05 | AA.VV. | Voir |
2005 | Schegge di luce. Racconti, storie, emozioni di 50 anni di Speleologia | AA.VV. | Voir |
2009 | Grotte n. 152 | AA. VV. | Voir |
2010 | Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 | AA.VV. | Voir |
2010 | Grotte n. 154 | AA. VV. | Voir |
2011 | La Terre du Visconte | Thierry Fighiera | Voir |
2012 | Sot Tèra | Ettore Ghielmetti | Voir |
2013 | Mondo Ipogeo n. 17 | AA.VV. | Voir |
2013 | Grotte n. 159 | AA. VV. | Voir |
2015 | Speleologia n. 73 | AA.VV. | Voir |
2015 | Grotte n. 164 | AA. VV. | Voir |
2016 | Grotte n. 166 | AA. VV. | Voir |
2017 | Speleologia n. 77 | AA.VV. | Voir |
2017 | Grotte n. 168 | AA. VV. | Voir |
2019 | Grotte n. 171 | AA. VV. | Voir |
2021 | Fauna Hypogaea Pedemontana | Enrico Lana, Pier Mauro Giachino, Achille Casale | Voir |
2023 | Marguareis: laboratorio di collaborazione tra speleologia e aree protette | Elia E., Calleris V. | Voir |
2023 | Novità esplorative in Conca delle Carsene 2015-2021 | Calleris S., Canavese F., Pasquini T. | Voir |
ctl_surveys
Grottes
PI621
Abisso Belushi: pianta 2009
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI621
Abisso Belushi: sezione 2009
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI621
Abisso 6C - John Belushi (2000)
Topographes
Calleris, Cortevesio, D'Alessandro, Dutto, Elia,
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY-SA 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI621
Belushi - poligonale
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Filelox
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Auteur
Mauro Consolandi
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY-SA 4.0
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