PECORA ARANCIONE

PIEMONTE

VB

LOREGLIA

L’ingresso più comodo è costituito da un tratto mancante di parete sul lato settentrionale della grotta, tratto lungo 4 m e alto una quarantina di centimetri, parallelo al torrente.
Infilatisi nella parte più ampia, si entra in una saletta oblunga più comoda, caratterizzata da pareti in calcefiro in disfacimento che rilasciano una abbondante frazione sabbiosa. Al fondo, da un foro sul soffitto penetra dall’esterno un fioco raggio di luce; sulla destra la grotta proseguirebbe con un camino che attualmente è occluso da una frana sigillata da argilla.
Al centro della saletta, un foro sul pavimento permette l’accesso a uno scomodo cunicolo orizzontale, che dopo pochi metri e una brusca svolta a sinistra dà nuovamente sul torrente.
Il pavimento della grotta nei tratti più bassi è ricoperto da sabbie, ciottoli e resti vegetali trasportati dal torrente; nella saletta centrale alcune zone sono costituite da roccia ricoperta da clasti, massi di crollo e depositi sabbiosi provenienti dal disfacimento del calcefiro.
La grotta, si sviluppa sul lato più orientale del banco di calcefiri che ospita Bagnone 1 e 2; è impostata su una frattura grossomodo impostata ENE.
La cavità si sviluppa in un banco di calcefiri grigi, a grana cristallina abbastanza grossa (2-3 mm), con all’interno granellini neri, alcuni circondati da un alone di colore ruggine; è anche presente un livello di colore grigio-biancastro, con le stesse caratteristiche. Sono presenti livelletti rossastri che attraversano i piani di scistosità/stratificazione. La superficie esterna si presenta di un colore dal rosato al rossastro con varie tonalità.
Il contenuto carsificabile è risultato essere del 49%.
La sezione della parte centrale della saletta evidenzia al soffitto un canale sub-circolare e al di sotto almeno due livelli di carsificazione, quello inferiore decisamente più marcato; in quello superiore convergono alcuni condottini sub-circolari. A nostro avviso questa morfologia evidenzia un passato regime freatico, poi evoluto a vadoso con non meno di 3 cicli.
(tratto da: Labirinti n.36; testo: G.D. Cella, G. Corso)

Da Chesio proseguire lungo la strada per Luzzogno, quindi prendere sulla destra la ripida stradicciola che porta all’Alpe Loccia. Parcheggiare l’auto in corrispondenza del secco tornante oltre la perpendicolare del paese (cartellino con quota e nome della località e nei pressi box metallico).
Si prende quindi la carrareccia che, dopo aver costeggiato un profondo invaso, si trasforma in un comodo sentiero che segue il canale coperto di alimentazione (un tempo era presente sul lato sinistro una antica croce latina potenziata, supponiamo sacrificata all’allargamento della originale mulattiera); lo si segue fino alle opere di presa (30 minuti scarsi), in corrispondenza della confluenza con il rio Grosso. Con banale arrampicata si scende di una decina di metri fino a raggiungere il torrente Bagnone; guadato il rio, troviamo immediatamente sulla paretina di fronte l’ingresso di Bagnone 4.
(tratto da: Labirinti n.36; testo: G.D. Cella, G. Corso)

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PI2828

2011-03-20

L. Botta

F. Bellobuono, J. Bertona, L. Botta, G.D. Cella

• GGN (Gruppo Grotte Cai Novara)

CC BY-SA 4.0

• 2017 AA.VV. Labirinti n. 36