PI1001
Grotta di Rio Martino
Synonymes
BARMA DI RIO MARTINO
Attention
PRESENZA DI CHIROTTERI: EVITARE LA FREQUENTAZIONE DAL 01 NOVEMBRE AL 31 MARZO
Regione
PIEMONTE
Provincia
CN
Comune
CRISSOLO
Zones d'intérêt spéléologique
Systèmes karstiques
Dimensions
Développement réel
3100
Dénivelé positif
188
Dénivelé négatif
-17
Dénivelé total
205
Position de l'entrée
Latitude
4951193
Longitude
353123
Type des coordonnées
UTM WGS84 32T
Type original des coordonnées
UTM ED50
Hauteur
1530
Fermée
Oui
Accès à la cavité
Attualmente la visita alla cavità è regolamentata dal comune di Crissolo.
Hydrologie
torrents
Praticabilité interne
PUR PRESENTANDO ALCUNI PUNTI PERICOLOSI, IL RAMO INFERIORE, FINO ALLA SALA DEL PISSAI, PUÒ ESSERE VISITATO ANCHE CON ATTREZZATURA DI FORTUNA E NON RICHIEDE NECESSARIAMENTE ESPERIENZA SPELEOLOGICA, ANCHE SE È MEGLIO ESSERE ACCOMPAGNATI DA SPELEOLOGI ESPERT
Description
L'ingresso della grotta è un ampio cavernone dal pavimento in salita. Un restringimento (circa 1 x0,50 m²) dà accesso al Ramo Inferiore, lungo circa 700 m e percorso dal torrente sotterraneo. A poche decine di metri dall'ingresso della grotta, si incontra il torrente, che devia verso una piccola galleria semi sifonante (percorribile nel suo primo tratto in condizioni di secca) per poi riemergere nel letto del Rio Martino, alcuni metri più in basso rispetto alla quota di ingresso. Dopo i primi metri, il Ramo Inferiore segue la via dell'acqua, sviluppandosi lungo il letto del torrente. Questo tratto della grotta è un insieme di gallerie sempre ampie, spesso formate dall'anastomosi di più livelli sovrapposti. È un ambiente povero di concrezioni e termina in un vasto ambiente, la Sala del Pissai (circa 50x10 m), dove una fragorosa cascata precipita da circa 40 metri più in alto, nebulizzando finemente l'acqua. Pochi metri prima del Pissai, sulla destra del tratto di galleria che arriva dalla Sala d'Alabastro, un condottino in salita dà accesso alla Via dei Saluzzesi.
Si tratta di ambienti con morfologie molto varie: sale altissime, condottini, traversi più o meno esposti ed un pozzo di 8 m, che permette di risalire alla sommità della Sala del Pissai. Qui arriva la galleria, pressoché orizzontale, in cui scorre il torrente che precipita nella cascata. Risalendo il torrente, poco oltre, si giunge alla Sala del Tavolo, facilmente riconoscibile per la presenza di un tavolo con tanto di sedile. l'acqua fuoriesce da una stretta fessura e, per raggiungere nuovamente il torrente, si superano una risalita di circa 3 m (corda fissa) e un paio di restringimenti.
Si entra nel Ramo Superiore, che prosegue con andamento sub orizzontale e senza difficoltà fino alla Zampa d'Elefante, una caratteristica stalattite che deve il nome alla sua forma. Immediatamente dopo, si deve superare lo scomodo Mezzo Sifone: un laghetto-sifone posto in corrispondenza di una colata stalattitica, che abbassa e restringe il passaggio, costringendo a bagnarsi. Segue, per circa 40 m, una galleria piuttosto malagevole, bassa e percorsa dall'acqua, che conduce ad un'ampia sala e ad un bivio: a destra si raggiunge la Sala del Ciccio, a sinistra (seguendo il torrente) si raggiunge il sifone terminale, una polla di circa due metri, che alimenta il torrente sotterraneo.
L'ultima esplorazione speleo-subacquea effettuata nel sifone risale al 2009, ed ha rilevato 60 m di galleria, arrestandosi su una strettoia in sabbia. Dalla zona del sifone, alcune risalite hanno portato a un livello di gallerie intasate di fango e, più in alto, ad uno stretto meandro, disostruito nel 2006 per alcuni metri, ma che finora non ha portato a nulla.
Dalla Sala del Ciccio partono le gallerie che risalgono verso le zone più alte della grotta, a circa + 160 m rispetto all'ingresso. Quest'area della grotta è particolarmente articolata e caotica, con molti passaggi, risalite, sale e gallerie che spesso si ricongiungono. l'impressione è che la dissoluzione carsica abbia interessato una serie di fratture tettoniche intersecantisi e i crolli successivi abbiano poi contribuito a complicare l'ambiente. Si giunge alla caratteristica Sala Rossa, che deve il suo nome alla patina ocracea che ne ricopre le pareti. Le gallerie più alte terminano tutte in frana: i depositi morenici di pietre verdi che ricoprono la zona carsica si sono infiltrati in ogni apertura comunicante con la superficie.
Dalla sommità della Sala del Pissai si dipartono altri due rami: il Ramo di John e l'Uretra di Giovanni. Il Ramo di John inizia dalla Via dei Saluzzesi, poco prima del P8 e punta decisamente verso l'alto. l'accesso, piuttosto difficile, avviene dal caposaldo 30, del vecchio rilievo del GSP, seguono il Pozzo dei Comancheros ( + 15 m) e poi alcuni salti (rispettivamente P5, P5 e P6), che conducono all'ultimo tratto, orientato verso nord e con un dislivello di+ 180 m dall'ingresso. Da una saletta si diparte un ramo di 36 m (Cunicolo Anomalo), che presenta un collegamento verso il Pozzo dei Comancheros.
Molto diversa è la morfologia dell'Uretra di Giovanni: si tratta di una galleria, a tratti fangosa ed invasa dalle concrezioni, che con scarso dislivello si sviluppa pressappoco sovrapposta al Ramo Inferiore. Termina in una saletta, con sifone di fango, allineata e poco distante da un altro ramo, raggiungibile con una risalita dal Ramo Inferiore, localizzata oltre il Pisset.
Attualmente le possibilità esplorative sono notevoli, almeno in linea teorica e si concentrano nella zona soprastante il sifone terminale. I dati idrogeologici danno chiara indicazione della presenza, al di là del sifone, di gallerie abbastanza ampie, estese e non completamente allagate. Il sifone ha finora resistito ai tentativi di immersione, a causa della tendenza ad accumulare sabbia che restringe molto la parte percorribile con tecniche speleosubacquee. Vana, per ora, è risultata la ricerca di un by-pass, malgrado alcune disostruzioni. Numerose risalite sono state effettuate sia partendo dal Ramo Inferiore sia dalle gallerie soprastanti la Sala Rossa. Nel primo caso sono stati raggiunti alcuni rami in salita, bloccati da frane; nel secondo è stato esplorato un reticolo di meandri, pozzi e camini che si intersecano vicendevolmente e che ritornano sempre su gallerie già note.
Pur presentando alcuni punti pericolosi, il Ramo Inferiore, fino alla Sala del Pissai, può essere visitato anche con attrezzatura di fortuna e non richiede necessariamente esperienza speleologica, anche se è meglio essere accompagnati da speleologi esperti. Per essere raggiunte e percorse in sicurezza, tutte le zone dei Rami Superiori richiedono invece attrezzatura e conoscenza delle tecniche speleologiche. Il pericolo di piene improvvise è molto limitato, poiché la portata del torrente non subisce sbalzi improvvisi e presenta picchi molto meno pronunciati
rispetto alle normali cavità carsiche. Questo comportamento è dovuto alla copertura morenica che sovrasta la zona di assorbimento, che si comporta come una spugna in grado di assorbire le precipitazioni improvvise ed intense, rilasciandole poi gradualmente. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Si tratta di ambienti con morfologie molto varie: sale altissime, condottini, traversi più o meno esposti ed un pozzo di 8 m, che permette di risalire alla sommità della Sala del Pissai. Qui arriva la galleria, pressoché orizzontale, in cui scorre il torrente che precipita nella cascata. Risalendo il torrente, poco oltre, si giunge alla Sala del Tavolo, facilmente riconoscibile per la presenza di un tavolo con tanto di sedile. l'acqua fuoriesce da una stretta fessura e, per raggiungere nuovamente il torrente, si superano una risalita di circa 3 m (corda fissa) e un paio di restringimenti.
Si entra nel Ramo Superiore, che prosegue con andamento sub orizzontale e senza difficoltà fino alla Zampa d'Elefante, una caratteristica stalattite che deve il nome alla sua forma. Immediatamente dopo, si deve superare lo scomodo Mezzo Sifone: un laghetto-sifone posto in corrispondenza di una colata stalattitica, che abbassa e restringe il passaggio, costringendo a bagnarsi. Segue, per circa 40 m, una galleria piuttosto malagevole, bassa e percorsa dall'acqua, che conduce ad un'ampia sala e ad un bivio: a destra si raggiunge la Sala del Ciccio, a sinistra (seguendo il torrente) si raggiunge il sifone terminale, una polla di circa due metri, che alimenta il torrente sotterraneo.
L'ultima esplorazione speleo-subacquea effettuata nel sifone risale al 2009, ed ha rilevato 60 m di galleria, arrestandosi su una strettoia in sabbia. Dalla zona del sifone, alcune risalite hanno portato a un livello di gallerie intasate di fango e, più in alto, ad uno stretto meandro, disostruito nel 2006 per alcuni metri, ma che finora non ha portato a nulla.
Dalla Sala del Ciccio partono le gallerie che risalgono verso le zone più alte della grotta, a circa + 160 m rispetto all'ingresso. Quest'area della grotta è particolarmente articolata e caotica, con molti passaggi, risalite, sale e gallerie che spesso si ricongiungono. l'impressione è che la dissoluzione carsica abbia interessato una serie di fratture tettoniche intersecantisi e i crolli successivi abbiano poi contribuito a complicare l'ambiente. Si giunge alla caratteristica Sala Rossa, che deve il suo nome alla patina ocracea che ne ricopre le pareti. Le gallerie più alte terminano tutte in frana: i depositi morenici di pietre verdi che ricoprono la zona carsica si sono infiltrati in ogni apertura comunicante con la superficie.
Dalla sommità della Sala del Pissai si dipartono altri due rami: il Ramo di John e l'Uretra di Giovanni. Il Ramo di John inizia dalla Via dei Saluzzesi, poco prima del P8 e punta decisamente verso l'alto. l'accesso, piuttosto difficile, avviene dal caposaldo 30, del vecchio rilievo del GSP, seguono il Pozzo dei Comancheros ( + 15 m) e poi alcuni salti (rispettivamente P5, P5 e P6), che conducono all'ultimo tratto, orientato verso nord e con un dislivello di+ 180 m dall'ingresso. Da una saletta si diparte un ramo di 36 m (Cunicolo Anomalo), che presenta un collegamento verso il Pozzo dei Comancheros.
Molto diversa è la morfologia dell'Uretra di Giovanni: si tratta di una galleria, a tratti fangosa ed invasa dalle concrezioni, che con scarso dislivello si sviluppa pressappoco sovrapposta al Ramo Inferiore. Termina in una saletta, con sifone di fango, allineata e poco distante da un altro ramo, raggiungibile con una risalita dal Ramo Inferiore, localizzata oltre il Pisset.
Attualmente le possibilità esplorative sono notevoli, almeno in linea teorica e si concentrano nella zona soprastante il sifone terminale. I dati idrogeologici danno chiara indicazione della presenza, al di là del sifone, di gallerie abbastanza ampie, estese e non completamente allagate. Il sifone ha finora resistito ai tentativi di immersione, a causa della tendenza ad accumulare sabbia che restringe molto la parte percorribile con tecniche speleosubacquee. Vana, per ora, è risultata la ricerca di un by-pass, malgrado alcune disostruzioni. Numerose risalite sono state effettuate sia partendo dal Ramo Inferiore sia dalle gallerie soprastanti la Sala Rossa. Nel primo caso sono stati raggiunti alcuni rami in salita, bloccati da frane; nel secondo è stato esplorato un reticolo di meandri, pozzi e camini che si intersecano vicendevolmente e che ritornano sempre su gallerie già note.
Pur presentando alcuni punti pericolosi, il Ramo Inferiore, fino alla Sala del Pissai, può essere visitato anche con attrezzatura di fortuna e non richiede necessariamente esperienza speleologica, anche se è meglio essere accompagnati da speleologi esperti. Per essere raggiunte e percorse in sicurezza, tutte le zone dei Rami Superiori richiedono invece attrezzatura e conoscenza delle tecniche speleologiche. Il pericolo di piene improvvise è molto limitato, poiché la portata del torrente non subisce sbalzi improvvisi e presenta picchi molto meno pronunciati
rispetto alle normali cavità carsiche. Questo comportamento è dovuto alla copertura morenica che sovrasta la zona di assorbimento, che si comporta come una spugna in grado di assorbire le precipitazioni improvvise ed intense, rilasciandole poi gradualmente. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinéraire
La via più breve per raggiungere l'ingresso parte dal bar-ristorante La spiaggia, a circa 500 ma monte dalla piazza di Crissolo, lungo il corso del Po. Dall'ampio posteggio si attraversa il Po su un ponte pedonale in legno e si segue il sentiero, piuttosto ripido, che fiancheggia il corso del Rio Martino, alimentato dalle acque che fuoriescono dalla grotta. In venti minuti circa, si intercetta un sentiero pianeggiante che, percorso verso sinistra per poco meno di cinque minuti, conduce all'ampio cavernone di ingresso della grotta. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Météorologie
blow_during_heat
Histoire
Scarne sono le notizie relative alla Grotta d1 Rio Martino nella preistoria. Una pubblicazione del 1911 cita il ritrovamento di un'ascia in pietra verde levigata, ma tentativi di scavo, di qualche anno successivi, non hanno portato a rinvenimenti significativi.
Nel 1878, la Sezione del CAI d1 Torino realizzò un percorso turistico nel Ramo Inferiore della grotta. Ancora oggi si segue questa via per raggiungere la Sala del Pissai. Risale al 1907 la posa ad opera dei fratelli Perotti, guide alpine di Crissolo, di scale in legno per salire al livello superiore. I resti sono ancora oggi visibili a fianco della cascata. I lavori di adattamento furono ripresi negli anni successivi (1918), fino a permettere di raggiungere la Sala del Tavolo. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Nel 1878, la Sezione del CAI d1 Torino realizzò un percorso turistico nel Ramo Inferiore della grotta. Ancora oggi si segue questa via per raggiungere la Sala del Pissai. Risale al 1907 la posa ad opera dei fratelli Perotti, guide alpine di Crissolo, di scale in legno per salire al livello superiore. I resti sono ancora oggi visibili a fianco della cascata. I lavori di adattamento furono ripresi negli anni successivi (1918), fino a permettere di raggiungere la Sala del Tavolo. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Auteur photo
Michelangelo Chesta
Licence
CC BY-SA 4.0
Auteur de la faune
Enrico Lana
Données pré-importation
Numero:1001;Nome:Grotta di Rio Martino;Regione:Piemonte;Provincia:CN;Comune:Crissolo;Area carsica:Rio Martino;Sistema carsico:Rio Martino;Latitudine:353123;Longitudine:4951193;Datum:UTM WGS84;Convertite da:UTM ED50;Quota altimetrica (m.slm):1530;Sviluppo reale (m):3100;Dislivello positivo (m):188;Dislivello totale (m):188;Note_:N.C.;Note biospeleologiche:CHIROTTERI 01/11-31/03;Cavità chiusa:X;
Données de compilation
Recordinsert
03/06/2020
Mis à jour de
davide
Dernière modification
12/12/2022
Limite la modification du contenu à ces groupes
w_caves
Coordinate wgs84:
Fauna presente in questa grotta:
Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Voir
Eptesicus serotinus (Schreber,1774) Voir
Ischyropsalis alpinula Martens, 1978 Voir
Metellina merianae (Scopoli, 1763) Voir
Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Voir
Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Voir
Myotis emarginatus (Geoffroy E., 1806) Voir
Myotis myotis (Borkhausen, 1797) Voir
Pimoa graphitica Mammola, Hormiga & Isaia, 2016 Voir
Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Voir
Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Voir
Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Voir
Bibliographie
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1878 | Dei pipistrelli in Piemonte | Lessona M. | Voir |
1878 | La caverna del Rio Martino | Araldo Giovanni Battista | Voir |
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1984 | Grotte n. 83 | AA. VV. | Voir |
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ctl_surveys
Grottes
PI1001
Grotta di Rio Martino - pianta 1
Auteur
G.S.P. (Gruppo Speleologico Piemontese)
Topographes
G.S.P. (Gruppo Speleologico Piemontese)
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI1001
Grotta di Rio Martino - pianta 2
Auteur
G.S.P. (Gruppo Speleologico Piemontese)
Topographes
G.S.P. (Gruppo Speleologico Piemontese)
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI1001
Grotta di Rio Martino - sezione
Auteur
G.S.P. (Gruppo Speleologico Piemontese)
Topographes
G.S.P. (Gruppo Speleologico Piemontese)
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI1001
Pianta della Caverna di Rio Martino
Date
1877-11-30
Auteur
N. Carlo Maineri
Licence
CC 0
Source bibliographique
Grottes
PI1001
Interno-esterno Rio Martino
Date
1985-01-01
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI1001
Rio Martino - rami nuovi (1985)
Date
1985-01-01
Auteur
F. Tesi, M.Galliano
Topographes
F. Tesi, M.Galliano
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI1001
Rio Martino - Ramo di John - pianta
Date
1982-05-16
Auteur
Zinzala
Topographes
Parodi, Giovine, Guala, Zinzala
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
Grottes
PI1001
Rio Martino - Ramo di John - sezione
Date
1982-05-16
Auteur
Zinzala
Topographes
Parodi, Giovine, Guala, Zinzala
Clubs spéléleologiques
Licence
CC BY 4.0
Source bibliographique
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Codecave
PI1001 Grotta di Rio Martino
Cascata del Pissai
Auteur
Enrico Lana
Licence
CC BY-SA 4.0
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