CAPI1756

BORNA DEL SERVAIS B

Altre denominazioni
CAVERNA DEL SERVAIS B
Regione
PIEMONTE
Provincia
TO
Comune
CERES
Epoca
non rilevabile
Categoria
cavità scavata nel sottosuolo (scavo in parete o a pozzo)
Concrezionamenti
Assenti
Materiale delle pareti
Materiali estratti
Utilizzazione attuale
Abbandono
Grado di artificialità
100% circa
Dimensioni
Sviluppo reale
13
Dislivello negativo
5
Dislivello totale
5
Posizione dell'ingresso
Latitudine
45.322528
Longitudine
7.327619
Tipo di coordinate
Geografiche WGS84
Quota altimetrica
1387
Valutazione dato
GPS: Xiaomi Mi10T 13/03/2021
Posizione verificata sul campo da
Massimo Taronna
Data ultima verifica sul campo
13/03/2021 00:00:00
Riferimenti a censimenti speciali
Cavità archeologica
No
Inquinamento
No
Grado di inquinamento
assente
Cavità chiusa
No
Stato di conservazione
mediocre
Staticità
pessima
Andamento
GALLERIA INCLINATA
Praticabilità interna
Descrizione
In una ristretta area caratterizzata da affioramenti di pietra ollare si aprono tre minuscole cavità indicate, dalla gente di Ala, con il termine Bouiri dou Servagiu, di cui non si è per ora riusciti a chiarire con precisione l'etimologia. Inserite a catasto con il nome di 'Servais' sono state accomunate da una lontana presenza d'Om Salvej. La 1755 e la 1756 sono chiaramente il frutto della passata attività d'estrazione mineraria; mentre per il Servais C, se si è cavata pietra ollare, qualche movimento franoso ne ha fortemente ridotto l'ingresso. Non rientrerebbero pertanto nell'ambito delle 'cavità naturali' ma ne hanno acquisito il diritto (al pari di analoghe caverne) per la loro storia leggendaria, anche determinata dalle numerose incisioni. (tratto da: Panta Rei - Antologia 2001-2014)
Itinerario
Dalla frazione Canova, comune di Ala di Stura, lasciata l'auto in un grande piazzale (1070 m) si prende il sentiero che sale verso la palestra di roccia delle Courbassere. A circa 1220 m di quota, si arriva ad un bivio.
Si prende il sentiero a destra (segni bianchi e rossi), che con leggera salita permette di aggirare i picchi delle Corbassere per portarsi sulle pendici del monte Plu.
Dopo un breve tratto in discesa (prestare attenzione), il sentiero continua in leggera salita, fino a cominciare a salire decisamente in corrispondenza di un ampio canale.
Un altro traverso ascendente (da qui il sentiero diventa meno evidente, con scarsi segni bianchi e rossi) permette di raggiungere un enorme masso in pietra ollare (Roc dou Tchapél, Masso del Cappello), il quale poggia su di una superficie dello stesso materiale ricoperta di coppelle e incisioni, recante abbondati tracce di estrazione, visibile da lontano.
Da qui il sentiero prosegue nel canalone più stretto, terminando in corrispondenza della Borna del Servais A. (descrizione Massimo Taronna)
Storia
L’aspetto attuale non è dissimile da quello descritto nel 1876 da Bartolomeo Gastaldi, il quale, oltre a citare le gallerie e gli evidenti segni di estrazione, sostiene che la tornitura venisse eseguita in loco, avendo veduto resti di lavorazione, oggi non più individuabili.
La cava è stata sfruttata in anni relativamente recenti, ad esempio per prelevare il materiale necessario per sostituire la colonnina della bifora sul lato Nord del campanile della chiesa parrocchiale San Nicolao ad Ala di Stura.
Secondo Bartolomeo Gastaldi (1876) il lavoro del tornio si faceva sul luogo, poiché frammezzo al pietrame che forma i ripidi talus discendenti dalle bocche delle gallerie verso il thalweg della valle si trovano i rigetti, vale a dire le anime o fusti interni dei vasi, ed i frammenti stessi dei vasi che durante il lavoro si ruppero». Lo studioso non manca di citare i toponimi con cui veniva individuata la zona, ossia Borna del Servant (Caverna del Selvaggio), Barma ‘d la Carcaveja (Grotta della Strega) e Borne ‘d i Brons, traducendo quest’ultima denominazione con «Grotte dei Bronzi» da intendersi come pentole in bronzo fuso rilavorate al tornio («dette in Piemonte e in Liguria bronse»), che la pietra ollare avrebbe imitato. Chi scrive ricorda in valle testimonianze orali della fine degli anni sessanta del secolo scorso che denominavano il sito Borne ‘d Bruss, senza saperne spiegare il significato. (tratto da: Lo studio della pietra ollare in Piemonte: proposte metodologiche e nuove indagini nelle valli di Lanzo)

Immagine ingresso
Autori immagine ingresso
Massimo Taronna
Licenza immagine ingresso
CC BY-NC-SA 4.0


Fauna presente in questa grotta:


Ischyropsalis dentipalpis Canestrini, 1872  Visualizza
Kryptonesticus eremita (Simon, 1879)  Visualizza
Meta menardi (Latreille, 1804)  Visualizza
Metellina merianae (Scopoli, 1763)  Visualizza
Tegenaria silvestris L. Koch, 1872  Visualizza
Troglohyphantes lucifuga Simon, 1884  Visualizza
Troglohyphantes nigraerosae Brignoli, 1971  Visualizza

Bibliografia

1876Frammenti di paleoetnologia italianaBartolomeo GastaldiVisualizza
2005Ragni cavernicoli del Piemonte e della Valle d'AostaClaudio Arnò, Enrico LanaVisualizza
2006Grotte n. 145AA. VV.Visualizza
2008Dodici anni di ricerche biospeleologiche nelle Alpi Occidentali: risultati e prospettiveEnrico Lana, Achille Casale, Pier Mauro GiachinoVisualizza
2011Aracnidi sotterranei delle Alpi Occidentali italiane. (Arachnida: araneae, opiliones, palpigradi, pseudoscorpiones). Subterranean Arachnids of the Western Italian Alps (Arachnida: Araneae, Opiliones, Palpigradi, Pseudoscorpiones)Isaia M., Paschetta M., Lana E., Pantini P., Schönhofer A. L., Christian E., Badino G.Visualizza
2012Panta Rei n. 46Sella RVisualizza
2013Lo studio della pietra ollare in Piemonte: proposte metodologiche e nuove indagini nelle valli di LanzoLaura VaschettiVisualizza
2015Panta Rei - Antologia 2001-2014AA.VV.Visualizza
2021Fauna Hypogaea PedemontanaEnrico Lana, Pier Mauro Giachino, Achille CasaleVisualizza

Rilievi cavità

Sigla
CAPI1756 BORNA DEL SERVAIS B

Caverna del Servais B - pianta e sezione


Autore rilievo
Enrico Lana, Renato Sella
Rilevatori
Enrico Lana, Renato Sella
Licenza d'uso
CC BY 4.0

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