PI4
Tana di Morbello
Regione
PIEMONTE
Provincia
AL
Comune
MORBELLO
Area di interesse speleologico
Sistema carsico
Litologia ingresso
Dimensioni
Sviluppo reale
357
Dislivello positivo
13
Dislivello totale
13
Posizione dell'ingresso
Latitudine
4939187
Longitudine
462100
Tipo di coordinate
UTM WGS84 32T
Tipo coordinate originali
UTM ED50
Quota altimetrica
447
Descrizione
La grotta non richiede l'uso di attrezzature di progressione, non presentando particolari difficoltà tecniche. Si tenga comunque presente che per la generale ristrettezza dei vani si procede spesso carponi, immersi in acqua e fango.
Ramo principale: scavalcato il muretto di protezione (attenzione alla tenuta dei mattoni) ci si cala fino alla base della galleria che è occupata da un laghetto dal livello variabile in funzione della portata del torrente e delle perdite del muro di sbarramento. Con spaccate e contrapposizioni si supera il laghetto, sino a raggiungere la sponda sabbiosa di sinistra; si supera una cascatella e si prosegue nell'ampia ed alta galleria sino al primo bivio (4). Lasciato sulla destra il ramo delle vaschette, si prosegue lungo il torrente che scorre veloce tra ammassi di argilla e ciottoli della più disparata provenienza. In questo tratto sono visibili sulla volta rade concrezioni; sulla sinistra, una galleria cieca è adornata da cortine e stalattiti. La galleria, che progressivamente va riducendosi come dimensioni ben presto perde il suo andamento rettilineo assumendo un percorso meandriforme. In prossimità della quarta ansa si incontra una bella stalagmite presso una serie di vaschette; sulle pareti si osservano pure numerosi scallops.
Si prosegue, zigzagando più volte, in una galleria sempre più bassa sino a giungere ad un bivio (27) in cui confluiscono due torrenti. Prendendo sulla destra si percorre una bella galleria circolare adorna di stalattiti che immette su un piccolo slargo molto concrezionato. Proseguendo lungo il ridotto condotto si superano, immergendosi nel fango, alcune strettoie aperte dal torrente fra il sedimento concrezionato, giungendo così alla sala finale (37) da cui nasce il torrente. Su un lato della parete, completamente ricoperta da microcristalli, si aprono due fratture impercorribili; la volta e gli altri lati sono costituiti da argilla, molto instabile e soggetta a frane.
Ritornando al punto 27, seguendo il torrente di sinistra, si accede al "ramo dello smilzo". Si tratta di un malagevole ed angusto cunicolo con fondo ricoperto da ciottoli ed argilla, percorso da un noioso torrentello in cui spesso ci si deve immergere. Sono presenti piccole stalattiti, colate, vaschette; sulla volta si scorge un bel canale. Il ramo termina su galleria impraticabile.
Ramo delle vaschette: è forse il ramo più interessante della cavità.
Dal bivio presso il punto 4 anzichè procedere lungo il torrente principale, si prende sulla destra una galleria con fondo di vaschette molto belle, colme di acqua trasparente. Si supera una strettoia a pelo d'acqua (53), sino a giungere ad uno slargo (57), ma questo tratto è evitabile innalzandosi in alto sull'ansa della curva e percorrendo l'angusta galleria superiore.
Sulla destra, una galleria bassa e fangosa, qua e là ricoperta da cristallini, porta dopo una quindicina di metri ad una bella sorgente interna (105), le cui acque scompaiono dopo un breve percorso in una fessura inaccessibile, fuoriuscendo parte sul ramo principale, parte in una sorgentella esterna a fianco dell'ingresso. La galleria termina con un potente deposito argilloso, oggetto di scavo.
Dallo slargo di cui sopra (57), si prosegue lungo la galleria principale con numerosi saliscendi tra i potenti riempimenti in parte asportati dal torrente, e belle vaschette, aiutandosi con le rade concrezioni presenti.
Alla fine di questo tratto (62) la grotta assume un aspetto labirintico, con numerose gallerie strette ed alte, parallele tra di loro, spesso occluse da sedimento, concrezioni o frane.
Proseguendo diritti, la galleria, che presenta resti di sedimento che giungono fino al soffitto, sfocia dopo una strettoia su una frana cementata da una colata calcitica, in una zona suggestiva (121).
Seguendo invece l'andamento zigzagante del torrente si perviene dopo il superamento di una strettoia alla saletta finale (83) con massi e riempimenti saldati da concrezione, gours e spalmature di cristallini. Nei pressi del punto 67 si segnala un bel gruppo concrezionale con stalattiti, colonne e pavimenti a gours contenenti cristallini di calcite.
Negli immediati dintorni ha inizio il ramo del Cerino. Si superano due strettoie, pervenendo ad una forra abbastanza ampia in prossimità di un gruppo di stalattiti, esteticamente le più interessanti della caverna; indi si oltrepassano in spaccata alcuni grossi massi in via di disfacimento sotto cui si intravede la galleria della sorgente (105) e, tralasciando alcune brevi diramazioni riempite da argilla, in prossimità di due caratteristiche lame di roccia ci si infila in uno stretto meandro, che ben presto diviene impercorribile. Tutto il ramo presenta spiccati caratteri senili.
(tratto da: Labirinti n.6; testo: G.D. Cella, M. Calcagno, M.R. Cerina, C. Vaselli)
Ramo principale: scavalcato il muretto di protezione (attenzione alla tenuta dei mattoni) ci si cala fino alla base della galleria che è occupata da un laghetto dal livello variabile in funzione della portata del torrente e delle perdite del muro di sbarramento. Con spaccate e contrapposizioni si supera il laghetto, sino a raggiungere la sponda sabbiosa di sinistra; si supera una cascatella e si prosegue nell'ampia ed alta galleria sino al primo bivio (4). Lasciato sulla destra il ramo delle vaschette, si prosegue lungo il torrente che scorre veloce tra ammassi di argilla e ciottoli della più disparata provenienza. In questo tratto sono visibili sulla volta rade concrezioni; sulla sinistra, una galleria cieca è adornata da cortine e stalattiti. La galleria, che progressivamente va riducendosi come dimensioni ben presto perde il suo andamento rettilineo assumendo un percorso meandriforme. In prossimità della quarta ansa si incontra una bella stalagmite presso una serie di vaschette; sulle pareti si osservano pure numerosi scallops.
Si prosegue, zigzagando più volte, in una galleria sempre più bassa sino a giungere ad un bivio (27) in cui confluiscono due torrenti. Prendendo sulla destra si percorre una bella galleria circolare adorna di stalattiti che immette su un piccolo slargo molto concrezionato. Proseguendo lungo il ridotto condotto si superano, immergendosi nel fango, alcune strettoie aperte dal torrente fra il sedimento concrezionato, giungendo così alla sala finale (37) da cui nasce il torrente. Su un lato della parete, completamente ricoperta da microcristalli, si aprono due fratture impercorribili; la volta e gli altri lati sono costituiti da argilla, molto instabile e soggetta a frane.
Ritornando al punto 27, seguendo il torrente di sinistra, si accede al "ramo dello smilzo". Si tratta di un malagevole ed angusto cunicolo con fondo ricoperto da ciottoli ed argilla, percorso da un noioso torrentello in cui spesso ci si deve immergere. Sono presenti piccole stalattiti, colate, vaschette; sulla volta si scorge un bel canale. Il ramo termina su galleria impraticabile.
Ramo delle vaschette: è forse il ramo più interessante della cavità.
Dal bivio presso il punto 4 anzichè procedere lungo il torrente principale, si prende sulla destra una galleria con fondo di vaschette molto belle, colme di acqua trasparente. Si supera una strettoia a pelo d'acqua (53), sino a giungere ad uno slargo (57), ma questo tratto è evitabile innalzandosi in alto sull'ansa della curva e percorrendo l'angusta galleria superiore.
Sulla destra, una galleria bassa e fangosa, qua e là ricoperta da cristallini, porta dopo una quindicina di metri ad una bella sorgente interna (105), le cui acque scompaiono dopo un breve percorso in una fessura inaccessibile, fuoriuscendo parte sul ramo principale, parte in una sorgentella esterna a fianco dell'ingresso. La galleria termina con un potente deposito argilloso, oggetto di scavo.
Dallo slargo di cui sopra (57), si prosegue lungo la galleria principale con numerosi saliscendi tra i potenti riempimenti in parte asportati dal torrente, e belle vaschette, aiutandosi con le rade concrezioni presenti.
Alla fine di questo tratto (62) la grotta assume un aspetto labirintico, con numerose gallerie strette ed alte, parallele tra di loro, spesso occluse da sedimento, concrezioni o frane.
Proseguendo diritti, la galleria, che presenta resti di sedimento che giungono fino al soffitto, sfocia dopo una strettoia su una frana cementata da una colata calcitica, in una zona suggestiva (121).
Seguendo invece l'andamento zigzagante del torrente si perviene dopo il superamento di una strettoia alla saletta finale (83) con massi e riempimenti saldati da concrezione, gours e spalmature di cristallini. Nei pressi del punto 67 si segnala un bel gruppo concrezionale con stalattiti, colonne e pavimenti a gours contenenti cristallini di calcite.
Negli immediati dintorni ha inizio il ramo del Cerino. Si superano due strettoie, pervenendo ad una forra abbastanza ampia in prossimità di un gruppo di stalattiti, esteticamente le più interessanti della caverna; indi si oltrepassano in spaccata alcuni grossi massi in via di disfacimento sotto cui si intravede la galleria della sorgente (105) e, tralasciando alcune brevi diramazioni riempite da argilla, in prossimità di due caratteristiche lame di roccia ci si infila in uno stretto meandro, che ben presto diviene impercorribile. Tutto il ramo presenta spiccati caratteri senili.
(tratto da: Labirinti n.6; testo: G.D. Cella, M. Calcagno, M.R. Cerina, C. Vaselli)
Itinerario di accesso
La cavità è localizzabile sulla tavoletta IGM in prossimità della sorgente riportata sotto l'abitato di Costa. Per raggiungerla si deve imboccare la carrareccia che si stacca in prossimità del curvone lungo la rotabile Case Campazzi-Costa, e mantenersi in quota seguendo una evidente traccia che porta direttamente alla Tana.
La grotta si apre alla base di una paretina rocciosa a quattro metri di altezza; con facile arrampicata (utili una corda ed un moschettone) si raggiunge e si supera il muro che ne delimita l'accesso.
(tratto da: Labirinti n.6; testo: G.D. Cella, M. Calcagno, M.R. Cerina, C. Vaselli)
La grotta si apre alla base di una paretina rocciosa a quattro metri di altezza; con facile arrampicata (utili una corda ed un moschettone) si raggiunge e si supera il muro che ne delimita l'accesso.
(tratto da: Labirinti n.6; testo: G.D. Cella, M. Calcagno, M.R. Cerina, C. Vaselli)
Autore foto
Enrico Lana
Licenza foto ingresso
CC BY-SA 4.0
Autori testi Fauna
Enrico Lana
Dati pre-importazione
Numero:4;Nome:Tana di Morbello;Regione:Piemonte;Provincia:AL;Comune:Morbello;Area carsica:Visone;Sistema carsico:Tana di Morbello;Latitudine:462100;Longitudine:4939187;Datum:UTM WGS84;Convertite da:UTM ED50;Quota altimetrica (m.slm):447;Sviluppo reale (m):357;Dislivello positivo (m):13;Dislivello totale (m):13;Note_:N.C.;
Dati compilazione
Data importazione
03/06/2020
Utente che ha aggiornato i dati
michelangelochesta
Ultima modifica dei dati
20/02/2022
Limita la modifica del contenuto a questi gruppi
w_caves
Coordinate wgs84:
Fauna presente in questa grotta:
Amaurobius ferox (Walckenaer, 1825) Visualizza
Liocranum rupicola (Walckenaer, 1825) Visualizza
Metellina merianae (Scopoli, 1763) Visualizza
Pholcus phalangioides (Fuesslin, 1775) Visualizza
Tegenaria silvestris L. Koch, 1872 Visualizza
Bibliografia
1966 | Aspetti antropici delle grotte del Piemonte | Carla Dematteis Lanza | Visualizza |
1986 | Labirinti n. 6 | AA.VV. | Visualizza |
1987 | Speleologia n. 16 | AA.VV. | Visualizza |
1995 | Atlante delle grotte e delle aree carsiche piemontesi | AA.VV. | Visualizza |
1996 | Stalattiti e Stalagmiti n. 22 | AA.VV. | Visualizza |
1997 | Stalattiti e Stalagmiti n. 23 | AA.VV. | Visualizza |
1998 | Carsismo in Formazione di Molare (Italia Nord-Occidentale) Informazioni preliminari | Cella GD, Verrini A | Visualizza |
2001 | Biospeleologia del Piemonte Atlante fotografico sistematico | Enrico Lana | Visualizza |
2005 | Ragni cavernicoli del Piemonte e della Valle d'Aosta | Claudio Arnò, Enrico Lana | Visualizza |
2008 | Dodici anni di ricerche biospeleologiche nelle Alpi Occidentali: risultati e prospettive | Enrico Lana, Achille Casale, Pier Mauro Giachino | Visualizza |
2010 | Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 | AA.VV. | Visualizza |
2011 | Aracnidi sotterranei delle Alpi Occidentali italiane. (Arachnida: araneae, opiliones, palpigradi, pseudoscorpiones). Subterranean Arachnids of the Western Italian Alps (Arachnida: Araneae, Opiliones, Palpigradi, Pseudoscorpiones) | Isaia M., Paschetta M., Lana E., Pantini P., Schönhofer A. L., Christian E., Badino G. | Visualizza |
2021 | Fauna Hypogaea Pedemontana | Enrico Lana, Pier Mauro Giachino, Achille Casale | Visualizza |
Rilievi cavità
Grotte
PI4
Tana di Morbello - pianta
Data rilievo
1985-01-01
Autore rilievo
GGN (Gruppo Grotte Novara), GGA (Gruppo Grotte Acqui)
Rilevatori
GGN (Gruppo Grotte Novara), GGA (Gruppo Grotte Acqui)
Gruppi speleo
Licenza rilievo
CC BY 4.0
Descrizione rilievo
da Atlante Speleologico 1995
Grotte
PI4
Tana di Morbello - Sezione (1983-1985)
Rilevatori
M. Calcagno, G.D. Cella, M.R. Cerina, G. Bertero, C. Vaselli
Gruppi speleo
Licenza rilievo
CC BY-SA 4.0
Fonte bibliografica
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