PI907
Abisso C-1 del M. Rotondo
Altre denominazioni
Sciusciaù
Grotte collegate
Regione
PIEMONTE
Provincia
CN
Comune
ORMEA
Area di interesse speleologico
Sistema carsico
Complesso carsico
Dimensioni
Sviluppo reale
6500
Dislivello negativo
304
Dislivello totale
304
Posizione dell'ingresso
Latitudine
4891067
Longitudine
403316
Tipo di coordinate
UTM WGS84 32T
Tipo coordinate originali
UTM ED50
Quota altimetrica
2150
Note
Dati speleoclimatici
La temperatura media della grotta è intorno a 1° C. I valori sono inferiori nei condotti iniziali della C1 con formazione di depositi di ghiaccio.
Lo schema della circolazione d’aria del complesso si può avvicinare a quello del classico «tubo a vento». La C1 ed il Regioso si comportano come «bocche basse» del sistema: soffianti in estate. In profondità la corrente d’aria si dirige verso l’ingresso della C1 da tutti i saloni sino ad oltre -200 m. La galleria principale ed i collettori, come i grandi rami fossili, soffiano in direzione del Regioso.
La circolazione si inverte nei mesi invernali. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
La temperatura media della grotta è intorno a 1° C. I valori sono inferiori nei condotti iniziali della C1 con formazione di depositi di ghiaccio.
Lo schema della circolazione d’aria del complesso si può avvicinare a quello del classico «tubo a vento». La C1 ed il Regioso si comportano come «bocche basse» del sistema: soffianti in estate. In profondità la corrente d’aria si dirige verso l’ingresso della C1 da tutti i saloni sino ad oltre -200 m. La galleria principale ed i collettori, come i grandi rami fossili, soffiano in direzione del Regioso.
La circolazione si inverte nei mesi invernali. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Descrizione
DALL’INGRESSO DELLA C1 ALLA STRETTOIA -253 M
All’ingresso, subcircolare, fa seguito un condottino discendente, in parte occupato da neve e ghiaccio, che immette in un P4. Il condotto si presenta modificato da processi crioclastici e con depositi di ghiaccio ed immette in una larga galleria di tipo freatico.
Abbandonando la via dei Pozzi con morfologie di efforazione e approfondimenti vadosi si può scendere in opposizione un tubo freatico verticale (la Chiocciola) con tracce di processi neotettonici, sboccando in una bassa sala di crollo (da questo punto due rami, resti di una rete freatica, si sviluppano in direzione nord e ovest).
Si scende, seguendo una larga fessura con caratteri strutturali, in un ampio salone di crollo (raggiungibile anche attraverso la via dei Pozzi con due salti).
Traversando in orizzontale si scende poi tra enormi blocchi, seguendo quindi una serie di basse sale, originate essenzialmente da collassi gravitativi legati alle deformazioni tettoniche, sino ad un ambiente dal soffitto perfettamente liscio, come altri tratti precedenti (Fondo 70, -115 m).
A sinistra, qualche metro più in alto, un cunicolo discendente, in buona parte disostruito (strettoia del masso) sbocca, dopo un pendio argillitico, in una sala con un deposito sabbioso di quarziti cataclasate.
Dopo uno scivolo, si prende a sinistra ad un bivio (a destra ramo dei Sordi): i due rami si congiungono sotto il Pozz’otto, dove la cavità cambia morfologia diventando un’angusta galleria di erosione gravitazionale, percorsa da un ruscelletto sino ad una strettoia allungata (Fondo 73, -253 m).
SALA DELLA CONFLUENZA
Si segue, sull’acqua, una galleria vadosa con tipiche morfologie erosive sino ad un vano di crollo (Saletta dei coralli): in basso il torrente prosegue con angusti condotti ellittici, in parte scavati a pieno carico, e con modesti riempimenti ciottolosi; in due punti sono impraticabili in caso di forti precipitazioni.
Dalla saletta conviene percorrere la rete di condotti sovrapposti al ramo attivo: sono impostati sulla stessa frattura subverticale, originati per erosione meccanica di tipo freatico lungo le ampie intercalazioni di scisti verdi con successivo approfondimento a pelo libero. Ad un’ansa si piega a sinistra in un condotto ellittico con depositi sabbiosi che è l’inizio di una complessa rete freatica fossile.
Si esce così in un’ampia galleria graviclastica. A monte (sinistra) un passaggio tra i massi ed una bassa condotta portano ad una cascatella dove si uniscono due ruscelli: quello a NW termina con una grande cascata, a destra (nord) il ramo della Frana, principale torrente del sistema, è risalibile attraverso una serie di pericolosi cunicoli sino al grande salone di crollo dell’Abao-Aku.
A valle si raggiunge dopo poco il collettore principale nel punto di unione con il ruscello della C1. Il settore sovrastante è caratterizzato da collassi gravitativi di enormi proporzioni, in genere divisi in vani sovrapposti.
Poche decine di metri verso sud la galleria principale riceve, in corrispondenza di un’ansa meandriforme nel calcare nero venato, il terzo principale affluente, il Niagara Road.
LE GALLERIE SINO ALLA FRANA COL REGIOSO
Si percorre ora verso valle, per quasi 400 metri, l’ampia galleria di erosione, ad andamento subpianeggiante, caratterizzata da morfologie vadose. Il ramo rappresenta la parte inferiore di una serie di gallerie sovrapposte, in genere di grandi dimensioni, a morfologia clastica, che ha in parte cancellato le morfologie di approfondimento gravitazionale.
Superato il fangoso «sifonetto fossile», che risente con rapidità delle variazioni del livello piezometrico della falda, dopo alcuni bruschi cambiamenti di direzione lungo fratture ortogonali, si perviene ad una nuova frana molto instabile ed in corso di evoluzione, legata alle intercalazioni pelitiche relativamente potenti.
Si scende con cautela alla base della frana dove, in corrispondenza di una forretta, si trova il passaggio con la Grotta del Regioso.
IL REGIOSO
Terminata la zona degli scisti si ritrova il torrente che, ripresa pendenza, si è approfondito con una larga galleria di erosione gravitazionale, lungo una frattura fortemente inclinata a direzione SSW. Ampie marmitte, lame e saltini di erosione regressiva richiedono facili opposizioni.
A sinistra uno stretto condotto attivo è percorribile per un centinaio di metri.
In corrispondenza di una sala di crollo (ad est) si abbandona il collettore (che prosegue a valle, parallelamente ai rami fossili, con un ampio canyon sino ad una frana scarsamente assestata) risalendo tra i massi sino ad un P5 (arrampicabile con cautela).
Risalendo il pendio detritico si devia a destra per una forra poi attraverso condotti e laminatoi scavati dall’erosione idrica in corrispondenza delle intercalazioni scistose. Un cunicolo con detriti minuti porta infine allo stretto ingresso del Regioso. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
All’ingresso, subcircolare, fa seguito un condottino discendente, in parte occupato da neve e ghiaccio, che immette in un P4. Il condotto si presenta modificato da processi crioclastici e con depositi di ghiaccio ed immette in una larga galleria di tipo freatico.
Abbandonando la via dei Pozzi con morfologie di efforazione e approfondimenti vadosi si può scendere in opposizione un tubo freatico verticale (la Chiocciola) con tracce di processi neotettonici, sboccando in una bassa sala di crollo (da questo punto due rami, resti di una rete freatica, si sviluppano in direzione nord e ovest).
Si scende, seguendo una larga fessura con caratteri strutturali, in un ampio salone di crollo (raggiungibile anche attraverso la via dei Pozzi con due salti).
Traversando in orizzontale si scende poi tra enormi blocchi, seguendo quindi una serie di basse sale, originate essenzialmente da collassi gravitativi legati alle deformazioni tettoniche, sino ad un ambiente dal soffitto perfettamente liscio, come altri tratti precedenti (Fondo 70, -115 m).
A sinistra, qualche metro più in alto, un cunicolo discendente, in buona parte disostruito (strettoia del masso) sbocca, dopo un pendio argillitico, in una sala con un deposito sabbioso di quarziti cataclasate.
Dopo uno scivolo, si prende a sinistra ad un bivio (a destra ramo dei Sordi): i due rami si congiungono sotto il Pozz’otto, dove la cavità cambia morfologia diventando un’angusta galleria di erosione gravitazionale, percorsa da un ruscelletto sino ad una strettoia allungata (Fondo 73, -253 m).
SALA DELLA CONFLUENZA
Si segue, sull’acqua, una galleria vadosa con tipiche morfologie erosive sino ad un vano di crollo (Saletta dei coralli): in basso il torrente prosegue con angusti condotti ellittici, in parte scavati a pieno carico, e con modesti riempimenti ciottolosi; in due punti sono impraticabili in caso di forti precipitazioni.
Dalla saletta conviene percorrere la rete di condotti sovrapposti al ramo attivo: sono impostati sulla stessa frattura subverticale, originati per erosione meccanica di tipo freatico lungo le ampie intercalazioni di scisti verdi con successivo approfondimento a pelo libero. Ad un’ansa si piega a sinistra in un condotto ellittico con depositi sabbiosi che è l’inizio di una complessa rete freatica fossile.
Si esce così in un’ampia galleria graviclastica. A monte (sinistra) un passaggio tra i massi ed una bassa condotta portano ad una cascatella dove si uniscono due ruscelli: quello a NW termina con una grande cascata, a destra (nord) il ramo della Frana, principale torrente del sistema, è risalibile attraverso una serie di pericolosi cunicoli sino al grande salone di crollo dell’Abao-Aku.
A valle si raggiunge dopo poco il collettore principale nel punto di unione con il ruscello della C1. Il settore sovrastante è caratterizzato da collassi gravitativi di enormi proporzioni, in genere divisi in vani sovrapposti.
Poche decine di metri verso sud la galleria principale riceve, in corrispondenza di un’ansa meandriforme nel calcare nero venato, il terzo principale affluente, il Niagara Road.
LE GALLERIE SINO ALLA FRANA COL REGIOSO
Si percorre ora verso valle, per quasi 400 metri, l’ampia galleria di erosione, ad andamento subpianeggiante, caratterizzata da morfologie vadose. Il ramo rappresenta la parte inferiore di una serie di gallerie sovrapposte, in genere di grandi dimensioni, a morfologia clastica, che ha in parte cancellato le morfologie di approfondimento gravitazionale.
Superato il fangoso «sifonetto fossile», che risente con rapidità delle variazioni del livello piezometrico della falda, dopo alcuni bruschi cambiamenti di direzione lungo fratture ortogonali, si perviene ad una nuova frana molto instabile ed in corso di evoluzione, legata alle intercalazioni pelitiche relativamente potenti.
Si scende con cautela alla base della frana dove, in corrispondenza di una forretta, si trova il passaggio con la Grotta del Regioso.
IL REGIOSO
Terminata la zona degli scisti si ritrova il torrente che, ripresa pendenza, si è approfondito con una larga galleria di erosione gravitazionale, lungo una frattura fortemente inclinata a direzione SSW. Ampie marmitte, lame e saltini di erosione regressiva richiedono facili opposizioni.
A sinistra uno stretto condotto attivo è percorribile per un centinaio di metri.
In corrispondenza di una sala di crollo (ad est) si abbandona il collettore (che prosegue a valle, parallelamente ai rami fossili, con un ampio canyon sino ad una frana scarsamente assestata) risalendo tra i massi sino ad un P5 (arrampicabile con cautela).
Risalendo il pendio detritico si devia a destra per una forra poi attraverso condotti e laminatoi scavati dall’erosione idrica in corrispondenza delle intercalazioni scistose. Un cunicolo con detriti minuti porta infine allo stretto ingresso del Regioso. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinerario di accesso
Da Viozene (raggiungibile per rotabile deviando dalla SS 28 a Ponte di Nava) si sale per mulattiera a Pian Rosso, quindi si prosegue per sentiero sulla dorsale in direzione nord verso Pian dell’Olio. Ad est, sotto le pendici del Conoia, si notano le sorgenti del Regioso, esutore del complesso, in corrispondenza di uno stretto cuneo di calcare. Da Pian dell’Olio, in corrispondenza di una balza di quarziti, si piega a destra risalendo il pendio sino alla base della parete calcarea. Si traversa così la grande faglia, molto evidente, del Bocchin d’Aseo. Il vallone presenta morfologie di erosione glaciale. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Meteorologia
soffia con il caldo
Storia
La C1 viene scoperta e discesa sino a -115 m, nel 1970 ad opera del GSI. Le esplorazioni sono legate ai campi estivi del GSI dal 1973 al 1980. Durante il primo campo si raggiunge in C1 la profondità di 253 m, mentre l’anno successivo vengono esplorati 2 km di gallerie e scoperta, attraverso disostruzione, la grotta del Regioso. Nel 1976, dopo la risalita dei collettori a monte, si effettua la congiunzione C1 - Regioso per uno sviluppo totale di 4,5 km ed un dislivello di 304 m. Negli anni ‘80 l’esplorazione del grande collettore della Frana e di importanti rami fossili permettono di portare il Complesso a 6,5 km. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Autori testi Fauna
Enrico Lana
Dati pre-importazione
Numero:907;Nome:Abisso C-1 del M. Rotondo;Altra denominazione:Sciusciaù;Regione:Piemonte;Provincia:CN;Comune:Ormea;Area carsica:Mongioie - Revelli - Conoia;Sistema carsico:Regioso;Complesso carsico:Complesso C1-Regioso;Latitudine:403316;Longitudine:4891067;Datum:UTM WGS84;Convertite da:UTM ED50;Quota altimetrica (m.slm):2150;Sviluppo reale (m):1070;Dislivello positivo (m):61;Dislivello negativo (m):253;Dislivello totale (m):314;Note_:N.C.;
Dati compilazione
Data importazione
03/06/2020
Utente che ha aggiornato i dati
davide
Ultima modifica dei dati
24/12/2022
Limita la modifica del contenuto a questi gruppi
w_caves
Coordinate wgs84:
Fauna presente in questa grotta:
Bibliografia
1972 | Attività del Gruppo Speleologico Imperiese C.A.I. nel 1971 | Calandri G | Visualizza |
1976 | Bollettino del Gruppo Speleologico Imperiese CAI, n. 7 | AA.VV. | Visualizza |
1976 | Ol Büs n. 1 | AA.VV. | Visualizza |
1977 | Campo '76 al Mongioje-Conoia (Alpi Liguri) | Calandri G | Visualizza |
1978 | Manuale di speleologia | AA.VV. | Visualizza |
1979 | Bollettino del Gruppo Speleologico Imperiese CAI, n. 13 | AA.VV. | Visualizza |
1979 | Bollettino del Gruppo Speleologico Imperiese CAI, n. 12 | AA.VV. | Visualizza |
1979 | Speleologia n. 2 | AA.VV. | Visualizza |
1979 | Grotte n. 68 | AA. VV. | Visualizza |
1980 | Speleologia n. 4 | AA.VV. | Visualizza |
1980 | Speleorama n. 4 | AA.VV. | Visualizza |
1981 | Grotte n. 74 | AA. VV. | Visualizza |
1982 | Il Complesso C1 - Regioso (Alpi Liguri, Prov. Cuneo) | Calandri G | Visualizza |
1983 | Lineamenti di geomorfologia strutturale del massiccio carsico del Monte Mongioie e del Monte Conoia (Alpi Liguri) | Menardi Noguera A. | Visualizza |
1986 | Sintesi delle conoscenze sui sistemi carsici delle Alpi Liguri | Balbiano d'Aramengo C. | Visualizza |
1986 | I sistemi carsici delle Alpi Liguri | Vigna B. | Visualizza |
1986 | Le sorgenti del Regioso e la circolazione idrica ipogea del Monte Rotondo (Alpi Liguri, CN) | Calandri G. | Visualizza |
1986 | Note preliminari sulle cristallizzazioni aragonitiche del Complesso C1 - Regioso (Alpi Liguri, CN) | Calandri G., Amelio M. | Visualizza |
1986 | Osservazioni sui crani di chirotteri raccolti in alcune grotte delle Alpi Liguri | Amelio M., Bonzano C. | Visualizza |
1987 | Grotte, Barme ed Abissi | Manzone PL, Marro A, Bellone C, Morisi A, Rattalino E | Visualizza |
1993 | Speleologia n. 29 | AA.VV. | Visualizza |
1995 | Atlante delle grotte e delle aree carsiche piemontesi | AA.VV. | Visualizza |
2002 | I Chirotteri del Piemonte e della Val d'Aosta. Bats of Piedmont and the Aosta Valley (NW Italy). | Roberto Sindaco, Nerio Baratti, Giovanni Boano | Visualizza |
2010 | Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 | AA.VV. | Visualizza |
2021 | Fauna Hypogaea Pedemontana | Enrico Lana, Pier Mauro Giachino, Achille Casale | Visualizza |
Rilievi cavità
Grotte
PI907
C-1 (1974)
Autore rilievo
M. Amelio, G. Calandri
Gruppi speleo
Licenza rilievo
CC BY-SA 4.0
Fonte bibliografica
Grotte
PI907
Complesso C1 - Regioso - pianta
Autore rilievo
GSI (Gruppo Speleologico Imperiese)
Rilevatori
GSI (Gruppo Speleologico Imperiese)
Gruppi speleo
Licenza rilievo
CC BY 4.0
Fonte bibliografica
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