Sistema Vene-Fuse
Area carsica
Sviluppo reale
10529
Dislivello totale
964
Autore foto
Davide Barberis
Licenza immagine
CC BY-SA 4.0
Descrizione
Questo ampio settore costituisce la principale area assorbente di due importanti sistemi carsici che alimentano rispettivamente le
sorgenti delle Vene (1525 m) e delle Fuse (1475 m), in alta Valle Tanaro ed ubicate ad una distanza tra loro di appena 200 m. Nonostante l'esigua vicinanza, sembra che queste due importanti emergenze vengano alimentate da due differenti zone: i numerosi test con traccianti eseguiti da diversi gruppi speleologici e le esplorazioni condotte nelle diverse cavità sembrano dimostrare infatti la presenza di due circuiti indipendenti che, dalla zona sorgiva, si dirigono verso le rispettive aree assorbenti. Nella Grotta dei Tumpi, piccolo inghiottitoio perenne ubicato ai bordi nord-occidentali dell'area in esame, le colorazioni eseguite dal GSP e dal Politecnico di Torino confermano che questo settore, comprendente anche la vasta area dei Gruppetti, è tributario delle Vene. Anche il test eseguito nell'Abisso dei Caprosci ha dato esito positivo alla medesima emergenza. I tracciamenti eseguiti dagli imperiesi in diverse cavità nell'area delle Colme (Abisso delle Frane, Abisso Joe Gru) hanno fornito, invece, risultati positivi alle Fuse. Il potenziale massimo di carsificazione supera quindi i 1100 m.
I limiti geologici di questa importante area carsica sono prevalentemente legati ad una serie di discontinuità tettoniche che mettono a contatto la successione carbonatica con le rocce del basamento metamorfico (quarziti e porfiroidi) o della copertura fliscioide (argilloscisti ed arenarie). Il limite settentrionale è costituito da una faglia subverticale ubicata presso il Bocchino della Brignola tra i calcari e le quarziti mentre nel settori occidentali (zona Bellino e versanti sud delle Saline) è presente un sovrascorrimento dei flysch sulle rocce calcaree.
Nella porzione sud-occidentale il limite della struttura è impostato su una importante faglia a basso angolo con direzione prevalente N-S. Verso est il basamento metamorfico affiora fino ai 2200 m di quota nei settori di Pian dell'Olio e del Lago Raschera: il contatto con la successione carbonatica inclinato di oltre 30° verso S-W, condiziona la circolazione profonda delle acque verso le due sorgenti. Presso tali emergenze è presente una importante dislocazione (la faglia della Chiesetta), orientata E-W, che mette a contatto le rocce calcaree con quelle metamorfiche del basamento e che costituisce il limite meridionale della area carsica.
La zona del Mongioie rappresenta sicuramente una delle più belle situazioni, nel panorama italiano, di carso alpino d'alta quota: l'intero settore caratterizzato da ampi pendii di roccia nuda con svariate microforme superficiali, pozzi assorbenti, doline di crollo ed una serie di faglie sub-verticali con i piani di rigetto di alcune decine di metri, interessati da incredibili e bizzarre forme di corrosione. Sia le forme carsiche che quelle glaciali (dossi montonati, conche di esarazione) sono inserite in un contesto paesaggistico singolare evidenziato anche dalla quasi assenza della copertura vegetale.
La conoscenza del carsismo profondo di questi due importanti sistemi non è ancora del tutto chiarita. Grazie alle esplorazioni compiute nelle due principali cavità-sorgenti risulta l'esistenza di due collettori principali che si sviluppano grossomodo verso nord-nord est, seguendo una serie di importanti dislocazioni sub-verticali, e che drenano molto rapidamente le acque assorbite nell'area di ricarica. Sulla base di una approfondita serie di studi eseguiti dal Politecnico di Torino in collaborazione con speleologi del GSP e del GSI, le portate sorgive presentano, in occasione di importanti eventi infiltrativi, impressionanti variazioni di portata che in poche ore passano dai valori di magra complessivi di circa 50 l/s ad oltre 6-8 m3/s durante le piene maggiori. Tali dati confermano l'esistenza di una estesa e ben organizzata rete carsica in grado di drenare molto rapidamente le acque di infiltrazione.
Nell'area assorbente solo una cavità, l'Abisso Ngoro-Ngoro, raggiunge a quota 1670 m s.l.m., un collettore secondario che si sviluppa ad una quota prossima a quella dei sifoni terminali della Grotta della Vene (1665 m). Le altre grotte presenti nell'area assorbente sono rappresentate da abissi a sviluppo prevalentemente verticale che terminano su stretti meandri o fratture ancora distanti dalle quote del livello di base costituito dalle due cavità-sorgenti. Altre cavità come il sistema dei Gruppetti, l'Abisso Big Sur ed altre grotticelle minori, ubicate a quote decisamente più elevate rispetto l'attuale livello di circolazione delle acque sotterranee, sono invece caratterizzate da prevalenti morfologie a "pieno carico" che testimoniano l'esistenza di una complessa rete carsica in pressione, molto antica, probabilmente pliocenica, del tutto indipendente dalle successive fasi di carsificazione
e dalla attuale circolazione idrica profonda.
sorgenti delle Vene (1525 m) e delle Fuse (1475 m), in alta Valle Tanaro ed ubicate ad una distanza tra loro di appena 200 m. Nonostante l'esigua vicinanza, sembra che queste due importanti emergenze vengano alimentate da due differenti zone: i numerosi test con traccianti eseguiti da diversi gruppi speleologici e le esplorazioni condotte nelle diverse cavità sembrano dimostrare infatti la presenza di due circuiti indipendenti che, dalla zona sorgiva, si dirigono verso le rispettive aree assorbenti. Nella Grotta dei Tumpi, piccolo inghiottitoio perenne ubicato ai bordi nord-occidentali dell'area in esame, le colorazioni eseguite dal GSP e dal Politecnico di Torino confermano che questo settore, comprendente anche la vasta area dei Gruppetti, è tributario delle Vene. Anche il test eseguito nell'Abisso dei Caprosci ha dato esito positivo alla medesima emergenza. I tracciamenti eseguiti dagli imperiesi in diverse cavità nell'area delle Colme (Abisso delle Frane, Abisso Joe Gru) hanno fornito, invece, risultati positivi alle Fuse. Il potenziale massimo di carsificazione supera quindi i 1100 m.
I limiti geologici di questa importante area carsica sono prevalentemente legati ad una serie di discontinuità tettoniche che mettono a contatto la successione carbonatica con le rocce del basamento metamorfico (quarziti e porfiroidi) o della copertura fliscioide (argilloscisti ed arenarie). Il limite settentrionale è costituito da una faglia subverticale ubicata presso il Bocchino della Brignola tra i calcari e le quarziti mentre nel settori occidentali (zona Bellino e versanti sud delle Saline) è presente un sovrascorrimento dei flysch sulle rocce calcaree.
Nella porzione sud-occidentale il limite della struttura è impostato su una importante faglia a basso angolo con direzione prevalente N-S. Verso est il basamento metamorfico affiora fino ai 2200 m di quota nei settori di Pian dell'Olio e del Lago Raschera: il contatto con la successione carbonatica inclinato di oltre 30° verso S-W, condiziona la circolazione profonda delle acque verso le due sorgenti. Presso tali emergenze è presente una importante dislocazione (la faglia della Chiesetta), orientata E-W, che mette a contatto le rocce calcaree con quelle metamorfiche del basamento e che costituisce il limite meridionale della area carsica.
La zona del Mongioie rappresenta sicuramente una delle più belle situazioni, nel panorama italiano, di carso alpino d'alta quota: l'intero settore caratterizzato da ampi pendii di roccia nuda con svariate microforme superficiali, pozzi assorbenti, doline di crollo ed una serie di faglie sub-verticali con i piani di rigetto di alcune decine di metri, interessati da incredibili e bizzarre forme di corrosione. Sia le forme carsiche che quelle glaciali (dossi montonati, conche di esarazione) sono inserite in un contesto paesaggistico singolare evidenziato anche dalla quasi assenza della copertura vegetale.
La conoscenza del carsismo profondo di questi due importanti sistemi non è ancora del tutto chiarita. Grazie alle esplorazioni compiute nelle due principali cavità-sorgenti risulta l'esistenza di due collettori principali che si sviluppano grossomodo verso nord-nord est, seguendo una serie di importanti dislocazioni sub-verticali, e che drenano molto rapidamente le acque assorbite nell'area di ricarica. Sulla base di una approfondita serie di studi eseguiti dal Politecnico di Torino in collaborazione con speleologi del GSP e del GSI, le portate sorgive presentano, in occasione di importanti eventi infiltrativi, impressionanti variazioni di portata che in poche ore passano dai valori di magra complessivi di circa 50 l/s ad oltre 6-8 m3/s durante le piene maggiori. Tali dati confermano l'esistenza di una estesa e ben organizzata rete carsica in grado di drenare molto rapidamente le acque di infiltrazione.
Nell'area assorbente solo una cavità, l'Abisso Ngoro-Ngoro, raggiunge a quota 1670 m s.l.m., un collettore secondario che si sviluppa ad una quota prossima a quella dei sifoni terminali della Grotta della Vene (1665 m). Le altre grotte presenti nell'area assorbente sono rappresentate da abissi a sviluppo prevalentemente verticale che terminano su stretti meandri o fratture ancora distanti dalle quote del livello di base costituito dalle due cavità-sorgenti. Altre cavità come il sistema dei Gruppetti, l'Abisso Big Sur ed altre grotticelle minori, ubicate a quote decisamente più elevate rispetto l'attuale livello di circolazione delle acque sotterranee, sono invece caratterizzate da prevalenti morfologie a "pieno carico" che testimoniano l'esistenza di una complessa rete carsica in pressione, molto antica, probabilmente pliocenica, del tutto indipendente dalle successive fasi di carsificazione
e dalla attuale circolazione idrica profonda.
Fonte bibliografica
Data ultimo aggiornamento
2021-12-11 15:37:57
Tracciamenti effettuati in questo sistema:
Giovedì 10 Agosto 1972 | Sistema Vene-Fuse | Visualizza |
Sabato 01 Gennaio 1972 | Sistema Vene-Fuse | Visualizza |
Domenica 16 Giugno 2002 | Sistema Vene-Fuse | Visualizza |
Lunedì 01 Agosto 1977 | Sistema Vene-Fuse | Visualizza |
Lunedì 01 Gennaio 1996 | Sistema Vene-Fuse | Visualizza |
Giovedì 01 Luglio 2010 | Sistema Vene-Fuse | Visualizza |
Giovedì 01 Luglio 2010 | Sistema Vene-Fuse | Visualizza |
Grotte conosciute in questo sistema: 16
PI403 A-7 del Mongioie wgs84: 44.1756364N 7.7618313E Q.1991
PI404 Abisso dei Gruppetti wgs84: 44.1761699N 7.7620453E Q.1975
PI405 A-29 del Mongioie wgs84: 44.1753982N 7.7614485E Q.1995
PI3059 A-23 del Mongioie wgs84: 44.1756952N 7.7581272E Q.2035
PI3060 A-26 del Mongioie wgs84: 44.175658N 7.7580154E Q.2038
PI1921 Mong 3 wgs84: 44.1780159N 7.7571027E Q.1976
PI1920 Mong 2 wgs84: 44.1783973N 7.7574074E Q.1950
PI3227 M-16 del Mongioie wgs84: 44.1690278N 7.7827459E Q.2430
PI167 Carsena delle Colme wgs84: 44.1676106N 7.7656266E Q.2334
PI1911 Abisso Tortuga wgs84: 44.1780556N 7.7686111E Q.2110
PI1841 Excalibur wgs84: 44.1913627N 7.7791955E Q.2201
PI906 Abisso dei Caprosci wgs84: 44.1881931N 7.7791483E Q.2419
PI3058 Grotta delle Fuse wgs84: 44.1503943N 7.7521681E Q.1463
PI103 Grotta delle Vene wgs84: 44.1514836N 7.7513324E Q.1558
PI3253 Abisso Joe Gru wgs84: 44.1633484N 7.7644522E Q.2177
PI169 Grotta Tumpi wgs84: 44.1842308N 7.7491023E Q.1852
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